Guida allo studio personale della Bibbia e alla condivisione in gruppo per ragazzi di 18-35 anni.
SdS – CQ (College Quarterly) 1° tr. 2018 – 08
Lezione 08
17-23 febbraio 2018
L’impatto della Decima
«Non sapete che quelli che fanno il servizio sacro mangiano ciò che è offerto nel tempio? E che coloro che attendono all’altare hanno parte all’altare? Similmente, il Signore ha ordinato che coloro che annunciano il vangelo vivano del vangelo» (1 Corinzi 9:13-14)
Sabato 17 febbraio
INTRODUZIONE
Dare tutto me stesso
di Ashley M. Wagner, New York, New York, U.S.A.
Luca 21:1-4
Jennifer era una madre single con una figlia di 2 anni, Mia. Jennifer lavorava in un negozio di alimentari in un paesino del Kansas. Era difficile trovare denaro e Jennifer scoprì che, dopo aver pagato l’affitto dell’appartamento e aver fatto la spesa, non aveva abbastanza soldi per la benzina. Cosa poteva fare?
La chiesa era vicina e il sabato Jennifer portava Mia alla scuola del sabato e al sermone. Un sabato Jennifer fu colpita dall’appello per l’offerta. Un villaggio di uomini e donne africani aveva bisogno di soldi per una chiesa. Pregando, Jennifer aprì la sua Bibbia in Luca 21:1-4; non riusciva a credere a quello che la donna del racconto era riuscita a fare.
Jennifer sapeva che la decima era ciò di cui il pastore aveva parlato nei suoi sermoni. Come avrebbe potuto permettersi di dare la decima? Aveva a malapena quello che bastava per comprare da mangiare. «Signore», disse, «ti chiedo di darmi fede. Userò i soldi della spesa per restituirti la decima. Per favore, aiutami a trovare un modo per comprare da mangiare e pagare la benzina. Amen».
Il sabato, Jennifer pagò la sua decima a Dio anche se usò tutti i soldi della spesa per farlo. Lunedì, Jennifer ricevette una chiamata dal lavoro che le offriva una posizione come manager. La paga di Jennifer fu più che raddoppiata e lei ebbe abbastanza per fare la spesa, per comprare benzina per la macchina e denaro da mettere da parte in caso di bisogno.
Ti trovi nella posizione di Jennifer? Senti di aver dato tutto con la decima? O temi che ti manchi il necessario, restituendo a Dio un decimo di ciò che hai? Cosa significa veramente restituire la decima e qual è lo scopo di questo gesto? Dio come ti benedirà se dai la decima? E la fede cosa ha a che fare con questo?
Nella lezione di questa settimana impareremo lo scopo della decima, qual è la missione della decima, e il legame tra decima e salvezza per fede.
Domenica 18 febbraio
EVIDENZA
È una tua scelta
di Deena Bartel-Wagner, Collegedale, Tennessee, U.S.A.
Genesi 14; Deuteronomio 14:22-24; 26; Numeri 18:21; 24
Restituire la decima dovrebbe essere una scelta che si svolge tra l’individuo e Dio. Dalla creazione del mondo, Dio ha dato agli esseri umani la libertà di scelta. Non vuole che i suoi figli lo seguano per paura o per dovere. Ci permette di scegliere, sia il bene sia il male.
Dopo gli attacchi terroristici del settembre 2001, negli Stati Uniti, ci fu un drammatico calo delle decime. Il Barna Research Group dichiarò che solo il 3 % dei cristiani statunitensi adulti dava il 10 % del proprio reddito. Paragonato all’8 % che restituiva la decima prima degli attacchi, veniva fuori una diminuzione del 62 %.
Le persone che scelsero di non restituire più la decima, stavano utilizzando quella libertà di scelta che Dio aveva dato loro.
I cristiani possono trovare la Bibbia percorsa dall’esempio di restituzione della decima. Il primo lo troviamo nella storia di Abramo, in seguito alla vittoria per la salvezza di suo nipote Lot. Abramo andò da Melchisedec e gli diede un decimo di tutti i suoi guadagni. Abramo riconosceva la benedizione di Dio restituendo liberamente qualcosa a Dio.
La settimana scorsa abbiamo ricordato l’esempio di Giacobbe.
In Numeri 18, Dio insegnò a Mosè e agli Israeliti a contribuire con una decima per sostenere i Leviti, che svolgevano il loro compito come sacerdoti della nazione.
Gli Ebrei fedeli restituivano tre decime separate: una decima annuale (Numeri 18:21; 24), una decima della produzione dell’anno (Deuteronomio 14:22-24), e una decima del terzo anno (Deuteronomio 26).
I cristiani non sono l’unico gruppo di persone che restituisce a Dio la decima parte delle loro entrate. Vi sono indicazioni storiche di altre società in cui vi è stato un principio simile a quello della decima; governi e nazioni pagane, come la Babilonia di Nabucodonosor, i Greci, i Fenici, i Romani e gli Arabi, chiedevano tutti una parte del reddito dei loro cittadini da dare ai loro dei.
Nella chiesa delle origini ci si aspettava che tutti i cristiani restituissero la decima. Non era una cosa tra l’individuo e Dio; la donazione richiesta fu formalmente inserita nel diritto canonico durante il sinodo di Maćon. Più avanti, durante il concilio di Trento, la chiesa restrinse la libertà di coscienza di un individuo nel dare. Un membro cattolico che sceglieva di non dare la decima, sarebbe stato scomunicato.
L’Europa post-Riforma aveva governi che raccoglievano decime obbligatorie per le chiese. La persona non poteva scegliere. Il governo chiedeva e il popolo pagava.
Come avventista del settimo giorno, puoi scegliere di leggere le indicazioni bibliche sulla restituzione della decima. Diversamente dai cristiani di altri tempi e luoghi, non ti viene richiesto di mandare una decima obbligatoria.
Potresti non essere come Abramo e potrebbe non esserti mai capitato di vincere una vera e propria battaglia; ma Dio ti sostiene quotidianamente nella guerra dell’universo. Promette che ha vinto il grande conflitto e cammina con te mentre affronti le sfide quotidiane del maligno che cerca di distruggerti.
Una restituzione regolare della decima è una dimostrazione che crediamo che Dio è fedele alle sue promesse. Non c’è modo migliore per dire: «Mi hai dato la libertà di scelta. Mi fido di te Dio, con la mia vita, con le mie finanze, con tutto me stesso».
Rispondi
- Immagina che, nello Stato in cui vivi, qualcuno ti obblighi a restituire la decima per legge. Come ti sentiresti? Che effetto avrebbe questa imposizione, sulla tua percezione di Dio?
- Perché la decima è un atto che Dio ci permette di scegliere, piuttosto che renderlo obbligatorio? Sapere questo, che effetto ha sul tuo modo di restituirla? Parla con qualcuno di questi argomenti.
Lunedì 19 febbraio
LOGOS
Portale verso la giustificazione
di Gary R. Wagner, Union Springs, New York, U.S.A.
Genesi 14:18-20
Le offerte a Dio esistevano fin dalla creazione, ma si parla della decima a partire dall’episodio di Abramo e Melchisedec. Non c’è indicazione nella Scrittura che il sacerdote abbia richiesto un tributo da Abramo. Dio lo aveva benedetto nella sua battaglia contro forze molto maggiori, e Abramo deve sicuramente avere riconosciuto questo soccorso. Poi con la benedizione del sacerdote, Dio aveva espresso la relazione che vedeva tra se stesso e Abramo. Entrambi traevano beneficio dalla relazione. Questo deve essere l’eterno collegamento tra colui che dona tutte le cose buone e colui che rende la decima. Fin da questo inizio, la decima è basata su benedizioni già ricevute e sul piano di Dio di darcene più di quanto possiamo riceverne. In alcuni casi, questo potrebbe includere ricompense materiali, ma il vero dono è l’eternità.
Questo non rende la decima uno scambio reciproco. Non è automatico, del tipo che «paghi la tua decima e puoi andare in cielo». Piuttosto, il cuore grato che è costantemente giusto con Dio e desidera adorarlo spontaneamente con il dono della decima, è il cuore pronto per il cielo.
Romani 4:1-5
Non c’è dono materiale per cui non sia possibile trovare un conto in banca in grado di contenerlo (Malachia 3:10). La sicurezza delle banche potrebbe essere inaffidabile, e le proprietà materiali sono soggette a perdita e svalutazione.
Dio non darebbe solo doni effimeri. Non sembrava esserci un’aspettativa di doni da parte del sacerdote. Il dono della decima non era un atto di opere, ma di adorazione. Fra Dio e Abramo c’era già una mutua ammirazione, è chiaro dalla benedizione del sacerdote.
Abramo credeva già in Dio, e conosceva bene le promesse mantenute in suo favore. Questo tipo di convinzione dinamica è la fede, e questa fede di Abramo lievitò e debordò col dono della decima su quanto aveva acquisito. Abramo riconobbe che Dio gli aveva dato una vittoria che portava con sé un bottino enorme. Non c’era stato un guadagno; se Dio non fosse intervenuto, la battaglia non sarebbe stata vinta. Abramo era cosciente del fatto che tutto quel che aveva di ritorno dalla guerra era un dono di Dio. In fede, Abramo diede a Dio (attraverso Melchisedec) un’offerta, mostrando la sua gratitudine per essere stato uno strumento di Dio per liberare il popolo di Sodoma dagli assalitori. «Abraamo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto come giustizia» (Romani 4:3).
Dio impartì, o diede la giustizia ad Abramo. Giustificò Abramo. L’uomo fu coperto con la giustizia di Dio e fu ripristinata in lui quell’immagine di Dio in cui l’essere umano era stato creato. Era pronto per il cielo. Il dono spontaneo della decima era semplicemente un’indicazione esteriore della fede presente nel cuore di Abramo.
Geremia 17:7, 8
La fiducia viene dall’aver acquisito in passato sufficiente esperienza con qualcuno, e sapendo che le promesse sono state mantenute. In un caso del genere, non c’è ragione di supporre che il futuro sarà diverso. È questo che dà speranza. È per questo che la seconda venuta di Cristo è chiamata la beata speranza. Tutte le promesse dell’Antico Testamento sulla nascita e la vita di Gesù sono state mantenute. La sua sofferenza e la sua morte ci convincono che Dio diceva sul serio quando parlava della distruzione del peccato e della nostra salvezza. La sua risurrezione dimostra che egli ha la potenza di fare tutto quello che ha detto che farà. Niente potrebbe instillare più fiducia. Niente può darci più speranza.
Questo versetto è in giustapposizione ai vv. 5 e 6. Questi avvertono che confidare nell’uomo vuol dire soffrire la maledizione della delusione in futuro, come anche quella di non riuscire a concentrarsi su colui che è l’unico a poterci dare vera speranza. Non è che non ci si possa mai fidare di nessuno; è che nessun peccatore è in grado di essere totalmente degno di fiducia. Le nostre intenzioni potrebbero essere eccellenti, ma qui si trova la difficoltà. Il versetto 9 ci ricorda che le nostre migliori intenzioni possono essere scavalcate dal nostro cuore ingannevole. Siamo riportati al bisogno che abbiamo di trovare vera speranza, e il bisogno che Dio ha di sapere quando ci fidiamo veramente di lui e ci abbandoniamo a lui. Restituire la decima come adorazione, senza richieste e aspettative, mostra che potremmo essere vicini alla benedizione che porta alla giustificazione. Se possiamo essere onesti con noi stessi, è una guida che potremmo usare per sapere se siamo sul sentiero per il cielo.
Genesi 28:22
Quando Giacobbe stava fuggendo da Esaù ed ebbe la visione della scala che arrivava al cielo, ricevette da Dio la promessa che la terra su cui si trovava sarebbe stata data a lui e ai suoi discendenti. Parte di quella promessa, che generò speranza nel cuore di Giacobbe, era «Io non ti abbandonerò prima di aver fatto quello che ti ho detto». Per ricordare la promessa, Giacobbe pose una pietra commemorativa e la chiamò la casa di Dio. Era un simbolo di ciò che sarebbe stato molto più grande e importante. Anche la casa di Dio, a prescindere da quanto fosse maestosa, sarebbe stata un simbolo dell’onnipotente grandiosità di Dio. Questa era adorazione, come lo era la promessa di essere fedele nel dare la decima a Dio.
Rispondi
- Se sto restituendo la decima, lo sto facendo come adorazione o come obbligo? Do la decima per ricevere le benedizioni, o come espressione spontanea dell’apprezzamento e della fiducia che ho in Dio e della speranza che ho in Gesù che verrà per me?
- Se non sto restituendo la decima, sento che Dio capirà la mia situazione e che le mie altre opere compenseranno la mia mancanza di fiducia in lui?
Martedì 20 febbraio
TESTIMONIANZA
Innanzitutto una benedizione
di Ashley N. Wagner, Chattanooga, Tennessee, U.S.A.
Malachia 3:8-10
«Il sistema della decima si fonda su un principio permanente come la legge di Dio. La decima era una benedizione per gli ebrei e sarà una benedizione anche per quanti lo osserveranno fino alla fine dei tempi».[1]
«Il Signore creò tutti gli alberi del’Eden piacevoli a vedere e buoni a nutrire, e consentì ad Adamo ed Eva di godere liberamente della sua generosità. Fece, però, un’eccezione: essi non dovevano mangiare il frutto del’albero della conoscenza del bene e del male. Dio riservò quel’albero per sé per ricordare alle sue creature che tutto gli appartiene. In tal modo Egli diede ad Adamo ed Eva l’opportunità di dimostrargli la loro fede e la loro fiducia mediante una perfetta ubbidienza ai suoi ordini.
La stessa cosa è per quel che riguarda i diritti di Dio su noi. Egli mette le sue ricchezze nelle mani degli uomini, ma chiede che un decimo di esse sia messo fedelmente da parte, per la sua opera. Egli chiede che questa porzione sia deposta nel suo tesoro; gli deve essere restituita perché sua, è sacra e deve servire a scopi sacri: il sostentamento di coloro che recano il messaggio della salvezza in tutto il mondo. Egli si riserva questa parte perché nella sua cassa del tesoro affluiscano i mezzi necessari per portare la luce della verità a tutti gli abitanti della terra. Ubbidendo scrupolosamente a queste disposizioni, noi riconosciamo che tutto appartiene a Dio».[2]
«Le esigenze di Dio devono essere soddisfatte per prime. Noi non facciamo la sua volontà se gli consacriamo ciò che resta delle nostre entrate dopo aver acquistato ciò di cui non avevamo assolutamente bisogno. Prima di spendere tutto ciò che guadagniamo, dovremmo mettere da parte e offrire al Signore ciò che gli spetta. Secondo la legge d’Israele, un’offerta di azioni di grazie bruciava continuamente sull’altare, in segno di dipendenza perpetua dell’uomo da Dio. Se i nostri affari prosperano, è perché il Signore ci benedice. Una parte delle nostre entrate deve essere consacrata ai poveri, e una grande porzione all’opera di Dio. Quando avremo reso al Signore la parte che ci chiede, egli santificherà e benedirà il resto per il nostro uso personale. Ma se derubiamo Dio tenendo per noi ciò che gli appartiene, la sua maledizione ricadrà su tutti i nostri beni».[3]
Rispondi
- Se la decima è una benedizione, perché a volte è così difficile da restituire?
- Quali sono alcuni modi in cui sei stato benedetto restituendo fedelmente la decima?
[1] Ellen G. White, Consigli sull’economato cristiano, p. 49
[2] Ellen G. White, I tesori delle testimonianze 3, p. 22
[3] Ellen G. White, La famiglia cristiana, p. 152
Mercoledì 21 febbraio
COME FARE
Fidati e sii benedetto
di Keith Ingram, Horsham, Pennsylvania, U.S.A.
Geremia 17:7
Proverbi 3:5,6 dice: «Confida nel Signore con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento. Riconoscilo in tutte le tue vie ed egli appianerà i tuoi sentieri». A volte il modo in cui questo versetto è interpretato sembra non tenere conto di noi. Questo «riconoscere il Signore» potrebbe essere tradotto letteralmente come «conoscerlo». Se conosci qualcuno, è più probabile che tu faccia come ti chiede di fare e dato che lo conosci, sai che dice la verità. Dio ha promesso in Geremia 17:7 di benedire quelli che si fidano di lui.
Mia moglie riceve costantemente informazioni sui soldi che ha messo sul suo fondo pensionistico; di solito queste informazioni le arrivano scritte in un gergo legale che può essere difficile capire. Parte della pensione comporta anche aprire un fondo fiduciario, e cioè un accordo che permette a un terzo, o amministratore fiduciario, di detenere beni per conto di un beneficiario o più beneficiari.
Dando a Dio, lo stai rendendo l’amministratore fiduciario che può poi benedire i beneficiari, che includono quelli nel ministero evangelistico, la tua famiglia di chiesa, e te. Qui sotto c’è una lista di passi per mettere il tuo «fondo fiduciario» nel Signore.
Dai nella stessa misura in cui vorresti che ti fosse dato (Luca 6:38). Dio si aspetta che diamo quanto spereremmo di ricevere. Ho trovato che per farlo, è necessario ricordare i sentimenti che ho quando mi viene dato un dono meraviglioso e non ho avuto modo di ripagarlo. Dio ha già mostrato questo dandoci la vita eterna attraverso suo Figlio che è morto per noi. Ha dato l’esempio di dare come vorrebbe che gli fosse dato.
Dai aspettandoti niente in cambio (Atti 20:35). Questo è un po’ un cliché, ma un consiglio efficace sul dare al Signore. Qui ci mostra che il dare ci porterà più benedizioni che il ricevere.
Dai capendo che Dio promette di benedirti (1 Pietro 3:8, 9). Molte volte ci aspettiamo di dare, sperando di ricevere una benedizione monetaria in cambio. Dio ha promesso di benedirti, ma potrebbe non essere come ci aspettiamo. Potrebbe essere con l’amore, che è enormemente più potente del denaro.
Rispondi
- Ricorda quando hai dato al Signore ed egli ti ha benedetto come non ti aspettavi.
- Permetti a Dio di essere il tuo amministratore fiduciario? Quanta fiducia gli dai?
Giovedì 22 febbraio
OPINIONE
Investimenti a lungo termine
di Steven J. Dovich, Andover, Massachusetts, U.S.A.
Matteo 18:21; Luca 21:1-4; Efesini 2:8-10
La pensione sembra lontanissima. Le rare occasioni in cui la considero, sono quando devo scegliere gli investimenti per il fondo pensionistico dei miei dipendenti. Il denaro che metto in quel conto cresce quando le compagnie in cui investo hanno successo. O mi restituiscono una parte dei profitti o il valore delle mie azioni aumenta.
A volte la mia decima sembra seguire lo stesso schema. Citiamo Malachia per spingere a dare la decima come una decisione d’investimento: restituisci la tua decima e guarda le tue benedizioni capitalizzarsi nel tempo. Sentiamo di persone che parlano di rendimenti superiori alla media per aver dato più di un decimo del reddito. Questo implica che l’utile sull’investimento sia proporzionato al valore investito.
Gesù mette un freno a quel modo di pensare — due volte! Descrive l’offerta della vedova come più grande di quella del ricco, perché lei aveva dato tutto quello che aveva. Consiglia anche al giovane ricco di abbandonare la sua collezione di decime e offerte, vendere tutto quello che ha e darlo ai poveri.
La Scrittura descrive il nostro impegno di decima come una percentuale del nostro profitto, piuttosto che come un importo per il valore ricevuto. La ricchezza in questo mondo non è un vantaggio nell’assicurarsi un posto nel mondo a venire. Quelli che vogliono un riconoscimento per le loro donazioni sono tenuti a seguire l’esempio di Gesù e abbandonare tutto quello che hanno e tutto quello che sono.
In Efesini, Paolo mi ricorda che la grazia è un dono e non il risultato delle mie opere. Non c’è garanzia di andare in cielo che si basi sulla mia decima. Non posso neanche acquistare le benedizioni di Dio; semplicemente egli mi incoraggia a un atto di fede, restando a vedere il dono benedetto che ne scaturirà.
Rispondi
- Come bilanci il concetto di decima rispetto al tuo tempo e ai tuoi talenti?
- Dov’è l’equità quando il restituire la decima e il ricevere le benedizioni divine non sono i due beni che si scambiano in un baratto?
Venerdì 23 febbraio
ESPLORAZIONE
Con cuore gioioso
di Allison Sauceda, Centerville, Ohio, USA
Luca 21:1-4; Romani 3:19-24; Efesini 2:8-10
CONCLUSIONE
Un’idea diffusa nella cultura di oggi è nota come il «vangelo della prosperità»: se dai la decima e le offerte a Dio, in cambio ti sono garantite benedizioni finanziarie. Ma dare a Dio non dovrebbe essere fatto perché ti aspetti che Dio ti dia qualcosa in cambio. Non dovrebbe essere fatto neanche perché ti aspetti di ottenere la salvezza attraverso le donazioni. Dare a Dio dovrebbe essere fatto per amore verso di lui, perché vuoi adorare il tuo Creatore e celebrare il dono della vita eterna che ci ha dato attraverso Gesù.
PROVA A
- Ricercare nello specifico dove vanno a finire le tue decime e le tue offerte, e vedere come aiutano non solo la tua chiesa locale, ma l’opera di Dio in generale. Comprendere dove vanno i tuoi fondi e come hanno un effetto su altri, potrebbe rendere più facile portare un’offerta la prossima volta.
- Fare un disegno o un dipinto che illustri la storia della vedova in Luca 21:1-4. Assicurati di includere Gesù che osserva il suo dono come parte del tuo disegno. Condividi la tua opera con gli altri giovani della tua scuola del sabato.
- Sostenere un ministero locale che lavora con i bisognosi, con tue risorse materiali o donando tempo; avrai con doni finanziari o con il tuo tempo. Ti aiuterà a fare nuove esperienze e di investire in qualcuno che potresti non avere mai incontrato prima.
- Scrivi un canto o un brano sulla gioia che si prova nel fare qualcosa per il Signore. Se ti va, condividi il tuo canto.
- Elenca i settori della chiesa a cui stai dando un contributo; accanto a ogni voce, annota come hai deciso di fare la tua parte e aggiungi una frase su come potresti dare di più o in modo diverso. Elabora un piano d’azione sulla base di questo.
- Pregare che Dio riveli aree in cui potresti regolare quello che dai per portare avanti la sua opera. Nel caso in cui donare ti risulti stressante o sgradevole, prega affinché Dio cambi il tuo cuore e lo riempia di gioia generosa.
- Scrivere una lettera a Gesù, descrivendo i tuoi sentimenti sul suo ritorno. Discuti quali passi stai facendo (finanziari o altro) per affrettarlo, finendo con il chiedergli dei suggerimenti di cosa potresti fare in modo migliore.
CONSULTA
- E. G. White, La Speranza dell’uomo, capitolo 67.
- Scuola del Sabato in video, su Hope Channel Italia, www.hopechannel.it/scuoladelsabato e anche sull’APP avventisti scaricabile gratuitamente dal tuo store (Google e Apple), cerca “avventisti“.
- A Liberal Church, capitolo 32.
- NAD Stewardship Department, Faith and Finance.
LEZIONI PER GIOVANI (18-35 ANNI)
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