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SdS CQ (College Quarterly) Terzo Trimestre 2019 – 06

Lezione 6

3 – 9 agosto

Adorare il Creatore

«Il digiuno che io gradisco non è forse questo: che si spezzino le catene della malvagità, che si sciolgano i legami del giogo, che si lascino liberi gli oppressi e che si spezzi ogni tipo di giogo? Non è forse questo: che tu divida il tuo pane con chi ha fame, che tu conduca a casa tua gli infelici privi di riparo, che quando vedi uno nudo tu lo copra e che tu non ti nasconda a colui che è carne della tua carne?».

Isaia 58:6, 7

Sabato

INTRODUZIONE

Adorazione: versioni diverse

di Kepha Otieno, Nairobi, Kenya

Esodo 32:6

Dal tempo dei profeti al cristianesimo moderno sono esistite forme diverse di adorazione. Alcune persone usano la parola adorazione per descrivere un genere musicale particolare. Similmente, molti cristiani considerano i loro servizi del sabato o della domenica mattina come adorazione.

Tuttavia, tra le diverse versioni dell’adorazione, abbiamo bisogno di conoscere cos’è l’adorazione per Dio. Per adorare secondo i suoi standard, dobbiamo comprendere cos’è che Dio intende con adorazione.

«Abbiamo abbastanza libri su come farlo e non abbastanza riflessioni sull’adorazione come un’idea biblica. L’adorazione è un tema che dovrebbe dominare la nostra vita sette giorni su sette».[1]

L’essenza dell’adorazione è un’esperienza del cuore autentica. Cristo confermò questo nel Nuovo Testamento quando disse, «Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori» (Giovanni 4:23, 24).

Per contro, alcune delle cose che le persone adorano, e il modo in cui lo fanno, neanche si avvicinano al valore e alla grandezza del Creatore. Adorare il Creatore in spirito e verità vuol dire intraprendere un atto di riverenza, adorazione e lode che è giusto, buono e piacevole agli occhi di Dio. Quindi, dobbiamo riconoscere Dio come il Creatore dell’universo e tutto ciò che è in esso.

Se vogliamo adorare un idolo, il denaro o qualcosa che creiamo noi, non stiamo adorando il Creatore. Dobbiamo anche avere il giusto cuore spirituale che riconosce il valore supremo di Dio. Quando esaltiamo Dio sopra a tutti gli altri oggetti, emuliamo le sue qualità come mostrate in Gesù Cristo.

La vera adorazione ci guida alla salvezza e risana la nostra relazione con Dio creatore e con i nostri fratelli e sorelle sulla terra. La vera adorazione ci fa vivere come una stessa famiglia in Cristo, mostrando compassione, misericordia e amore gli uni verso gli altri.

Lo stesso peccato di idolatria che accecava i figli d’Israele esiste ancora oggi. Molte persone, anche nella chiesa, hanno interrotto l’adorazione del Creatore per dare adorazione, lode e riverenza a oggetti e altri beni terreni.

Tuttavia, come giovani adulti in questa generazione, dobbiamo capire che la vera adorazione comprende il modo in cui viviamo la nostra vita quotidianamente. Il modo in cui ci relazioniamo con Dio e con gli esseri umani è una parte importante dell’adorazione. Ciò che facciamo esternamente deve riflettere ciò che siamo internamente. Quando conosciamo Dio e gli diamo un valore superiore a tutto il resto, possiamo vivere una soddisfazione gioiosa che ci porta a intraprendere atti di gentilezza verso gli altri mentre manteniamo intimità con il Creatore.

[1]. David Peterson, Engaging With God: A Biblical Theology of Worship (Downers Grove, IL: InterVarsity, 1992), p. 21.

Domenica

EVIDENZA

Evidenza

Concetti di adorazione

di Beatrice Bernard, Kasarani, Nairobi, Kenya

Salmi 115:1–8

L’atto dell’adorazione ha due aspetti principali: l’essenza interiore e l’espressione pubblica. Quest’ultima si riferisce ai servizi e agli atti quotidiani che svolgiamo in relazione all’adorazione. Paolo allude a questo aspetto dell’adorazione in Romani 12:1: «Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale». Una cosa spicca nella dichiarazione di Paolo: qualsiasi cosa facciamo con la nostra vita deve corrispondere agli standard del cielo. Questa è l’adorazione spirituale.

Per illustrare l’essenza interiore dell’adorazione, Cristo espresse il tipo di fede dimostrato dai farisei e dagli scribi. Disse, «Questo popolo si accosta a me con la bocca e mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me» (Matteo 15:8). Cristo chiamò questo tipo di adorazione «vana» (v. 9), cioè zero, o niente.

L’adorazione è vana se in essa non c’è un collegamento con il cuore. Perciò, anche se svolgiamo molte buone azioni e andiamo in chiesa ogni sabato, se non abbiamo quel collegamento intimo con Dio, la nostra adorazione è inutile.

Nell’atto di vera adorazione, esaltiamo Dio e riconosciamo che egli esiste sopra di noi ed è degno del nostro affetto, della nostra adorazione e attenzione. L’esaltazione può essere diretta (Esodo 15:2) attraverso la proclamazione della grandezza di Dio, la sua autorità assoluta nella nostra vita e la bellezza e magnificenza della sua creazione.

Similmente, possiamo esaltare Dio attraverso azioni non verbali e risposte (Giobbe 1:20; Giovanni 12:2, 3). Alla fine, il concetto di esaltazione ci aiuta a riconoscere Dio e ciò che fa.

Poi c’è il concetto di espressione nell’adorazione. Mentre l’esaltazione consiste nel riconoscere Dio e le sue opere, la sua natura e il suo carattere, l’espressione consiste nel dichiarare le verità che Dio ci ha rivelato nella Scrittura. Oltre a riconoscere i fatti di Dio e di quello che fa, dobbiamo reagire a ciò che ci ha mostrato.

L’espressione può essere fisica o verbale. Cantare canti di lode, battere le mani, inginocchiarsi o chinare la testa, gridare o alzare le mani sono tutti esempi di reazioni fisiche. Dall’altra parte, l’espressione verbale avviene quando comunichiamo a Dio il nostro amore e desiderio per lui e il nostro bisogno della sua grazia e della sua santità.

Nell’esprimerci in adorazione, dobbiamo concentrarci su Dio e sul suo carattere come rivelato nella Bibbia. La nostra espressione deve avere sostegno e precedente biblico. L’esaltazione e l’espressione nell’adorazione devono dimostrare la nostra fede nell’opera finita di Cristo e glorificare Dio.

Rispondi

  1. Oltre all’esaltazione e all’espressione, quali altri concetti di adorazione conosci?
  2. È possibile fare buone azioni senza avere fede in Dio? Perché Dio considera questa forma di adorazione inutile?

Lunedì

LOGOS

Adorare il Creatore

di Seline Khavetsa, Pipeline, Nairobi, Kenya

Esodo 20:2–6; Job 34:12; Salmi 115:1–8; 146:5–10; Isaia 1:17; Marco 12:38–40

Idolatria e oppressione (Esodo 20:2–6; Salmi 115:1–8)

Nella sua Parola, Dio ha dato indicazioni specifiche su come vuole che lo adoriamo. Queste indicazioni mostrano che la forma e lo stile con cui scegliamo di adorare Dio devono corrispondere ai suoi standard, non ai nostri.

In Esodo 20:2–6, Dio inizia ricordandoci la sua posizione come il sovrano creatore e governante di tutte le cose create, visibili e invisibili. Pertanto, la lode, la gloria e l’onore che merita non dovrebbero andare ad altre cose. Se smettiamo di adorare Dio secondo i suoi standard, perdiamo la direzione spirituale e iniziamo ad accarezzare ambizioni egoistiche. Questo alla fine ci porta alla frustrazione, al dolore fisico e alla morte.

Anche il salmista ci ricorda che gli idoli o gli altri dei adorati dalle persone non hanno le qualità del Creatore. Dio ha dato i primi quattro comandamenti per definire il tipo di relazione che dovrebbe esistere tra lui e i suoi figli. A tale proposito, siamo chiamati ad adorare il Creatore, che è l’Autore della nostra vita. Quando questo accade, possiamo sviluppare la relazione giusta con lui.

Inoltre, se i nostri valori e le nostre pratiche vengono da lui, sapremo come relazionarci con gli altri esseri umani in un modo che porta gloria e onore al nome di Dio. L’idolatria, come dice il salmista, ci riporta semplicemente alle catene del peccato e degli interessi del mondo.

Un motivo per adorare (Salmi 146:5–10)

Nel Salmo 146, il salmista sottolinea il concetto che Dio è il sovrano creatore dell’universo, e se confidiamo in lui, egli ci può benedire in abbondanza. Anche con le nostre debolezze fisiche, abbiamo comunque un motivo per adorare il Creatore perché quando siamo deboli e confidiamo in lui, egli ci può benedire perché sostiene i bisognosi che confidano in lui.

Diversamente dagli idoli che non possono dare alcuna forma di aiuto (Salmi 115:1–8), possiamo contare sul Creatore perché egli è un Dio fedele in eterno. Come osserva l’autore di Ebrei, «Manteniamo ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è colui che ha fatto le promesse» (Ebrei 10:23).

Un’altra lezione che il salmista evidenzia qui è che Dio ci può benedire perché prova gioia nel sostenere i deboli e i bisognosi. Tante volte, vediamo che i bisognosi e i sofferenti sono trascurati. A volte pensiamo che abbiano fatto qualcosa di sbagliato per meritare la loro sfortuna.

Ma la Bibbia spiega che i deboli e gli oppressi hanno un posto nel cuore di Dio, specialmente quando confidano in lui. Il salmista afferma che il Signore «rende giustizia agli oppressi» (Salmi 146:7). Questo mostra che qualsiasi atto di oppressione sui membri meno fortunati della società sarà giudicato, e nessun oppressore sfuggirà all’ira di Dio.

Oppressori religiosi (Isaia 1:17)

Dio ci chiede di fare sempre buone azioni e di non restare con le mani in mano. Il profeta Isaia sottolinea che gli oppressi hanno bisogno di protezione e sostegno.

Nelle nostre società, gli oppressi sono più vulnerabili ed esposti ai torti, specialmente sotto un’amministrazione di giustizia debole. In situazioni del genere, proteggere i deboli e gli oppressi è compito delle persone che hanno influenza nella comunità.

Agli occhi di Dio, siamo tutti suoi figli a prescindere dalla nostra situazione sotto il sole. La prima linea di protezione, quindi, viene da Dio. Ciò nonostante, come figli di Dio, anche noi abbiamo il dovere di dare sollievo agli oppressi offrendo supporto dove necessario. Dio pronuncerà un giudizio su quelli che trascurano questo dovere e infliggono torti ai deboli e i sofferenti. Con azioni di benevolenza, giustizia o sostegno per le vedove e gli orfani, emuliamo l’esempio di Dio, che è la fonte dei nostri valori.

Imparando a fare buone azioni, adottiamo la pratica di vivere in modo giusto sostenendo il carattere di Dio. E quando giudichiamo gli orfani, dimostriamo vera adorazione al Creatore difendendo, portando e praticando la giustizia verso i bisognosi nella nostra società. Per i fedeli di Dio che potrebbero essere deboli e sofferenti, c’è la buona notizia che Dio stesso sta lottando per voi.

«Il Signore sarà il nostro vendicatore. Anche se gli uomini ci ignorano, egli si prende cura di noi. Egli aiuterà i bisognosi, e difenderà la loro causa».[1]

Misericordia e fedeltà (Marco 12:38–40)

Durante il suo ministero sulla terra, Cristo vide situazioni in cui i capi religiosi usavano la loro posizione per derubare i membri deboli e innocenti della società.

Usando l’esempio degli scribi, che erano gli insegnanti ufficiali della legge, Gesù insegnò che queste persone erano più interessate a quello che potevano ottenere che a quello che potevano dare. Con le loro lunghe vesti, che non erano adatte al lavoro manuale, gli scribi usavano la loro posizione religiosa per ottenere ricchezza dal pubblico ignaro e dagli oppressi.

Noi siamo diversi? Preferiamo trattamenti di favore e indumenti di lino fine. Ci piacciono i titoli. Chiediamo rispetto. Tuttavia, tutte queste cose potrebbero essere velenose a seconda di come toccano la nostra relazione con il Creatore. Cristo insegnò che se qualcuno vuole essere il primo, allora deve essere prima un servo (Marco 9:35). Come cristiani in questa epoca, dobbiamo ricordare che la responsabilità di essere amministratori è non solo per i pastori consacrati ma anche per tutti i membri.

Rispondi

  1. In che modo ci comportiamo come gli scribi, nella nostra epoca?
  2. Quali sono alcune delle fonti dell’idolatria moderna?
  3. Cosa possiamo fare come giovani adulti per aiutare gli altri a vedere Cristo in noi?

[1]. John Calvin, «Isaiah 1: Verse 17», Calvin’s Commentary on the Bible, https://www.studylight.org/commentaries/cal/isaiah-1.html.

Martedì

TESTIMONIANZA

Fare il bene nell’adorazione

di Bernard Okoth, Kasarani, Nairobi, Kenya

Esodo 32:6

Ellen G. White afferma, in accordo con la Bibbia, che solo Dio è degno di adorazione: «Dio, l’Essere eterno e non creato, origine e sostegno di ogni cosa, è l’unico soggetto degno della suprema venerazione e adorazione. È proibito all’uomo dare nella sua vita la preminenza a qualsiasi altra cosa. Tutto ciò che tende a indebolire il nostro amore per il Signore, o a interferire con l’ubbidienza che gli è dovuta, diviene per noi un “dio”».[1]

«Il secondo comandamento proibisce l’adorazione del vero Dio raffigurato in immagini o simulacri. Molti popoli pagani sostenevano che le loro immagini cultuali erano semplici figure, simboli attraverso i quali adorare la divinità. Il tentativo di rappresentare l’Essere eterno con oggetti materiali svilisce nell’uomo l’idea di Dio. La mente, distolta dal pensiero della sua infinita perfezione, sarà attratta da ciò che è creato, e non dal Creatore. Quando il concetto di Dio viene svilito, anche la dignità dell’uomo viene degradata».[2]

Un paio di giorni dopo che Dio aveva specificato come voleva che i figli d’Israele lo adorassero, il popolo cambiò idea e cedette alle pressioni del mondo.

«Aronne temeva per la propria vita e, invece di difendere l’onore di Dio, si piegò alle richieste della folla. Ordinò al popolo di raccogliere tutti gli anelli d’oro, nella speranza che l’orgoglio li inducesse a rifiutare questo sacrificio. Ma gli israeliti si spogliarono degli ornamenti e li fusero per forgiare un vitello simile agli dèi egiziani. . .

Anche oggi, troppo spesso, l’amore per il piacere viene dissimulato da un’apparenza di religiosità. Ancora oggi la gente è alla ricerca di una religione che permetta a quanti ne praticano i riti e i culti di abbandonarsi a passioni egoistiche e sensuali. Anche oggi esistono persone deboli come Aronne che, pur ricoprendo un’importante e autorevole posizione nella chiesa, cedono ai desideri di chi non crede in Dio e li incoraggia alla trasgressione.

Erano passati solo pochi giorni da quando gli ebrei avevano stipulato il loro patto solenne con Dio, promettendo di ubbidire alle sue prescrizioni. In quell’occasione, davanti alla montagna, avevano ascoltato con terrore queste parole del Signore: “Non avere altri dii nel mio cospetto”. Il segno della gloria di Dio era ancora visibile sul Sinai, ma il popolo non ne tenne conto e chiese altri dèi».[3]

Rispondi

  1. Il popolo d’Israele adorò un vitello d’oro. Quali idoli adorano le persone ai nostri giorni?
  2. Quali sono le conseguenze dell’adorare idoli o oggetti?

[1]. Ellen G. White, Patriarchi e profeti, p.253.

[2]. Ibid.

[3]. Ibid., pp.263-264.

Mercoledì

COME FARE

Il Dio degli dei

di Jayne George, Homabay, Kenya

Deuteronomio 10:17–22

Adorare nel ventunesimo secolo potrebbe essere complicato per molti motivi. In un’epoca in cui la tecnologia e le risorse si sono sviluppate un bel po’, possiamo essere distratti facilmente se le usiamo nel modo sbagliato.

Tuttavia, con tutte le distrazioni che ci sono, abbiamo ancora un motivo per adorare Dio. Una cosa che spicca su Dio è che egli è incomparabile. In Deuteronomio 10:17–22, Mosè parla a Israele degli attributi di Dio che lo pongono al di sopra di tutto il resto. Inizia descrivendo Dio come l’onnipotente Dio degli dei.

È importante capire che Dio ha creato l’universo intero e tutto ciò che è in esso. Tuttavia, sapere questo è una cosa, e fare ciò che Dio vuole è un’altra. Se il nostro cuore assorbe questo concetto, sapremo che solo Dio merita la nostra adorazione. Ogni altra cosa, visibile o invisibile, non può essere paragonata al valore e alla sovranità del Creatore. Il momento in cui accettiamo la verità, adottiamo il suo carattere e iniziamo a camminare nelle sue vie.

La Bibbia dice chiaramente che Dio «fa giustizia all’orfano e alla vedova,… ama lo straniero e gli dà pane e vestito» (Deuteronomio 10:18). Quando amiamo Dio e lo adoriamo come il nostro Creatore, adottiamo gli stessi attributi. Avremo misericordia verso i sofferenti e gli oppressi; supporteremo i poveri e vestiremo gli orfani.

Questo cosa ci dice? Finché sosteniamo il governo di Dio e il suo valore nella nostra vita come Creatore, saremo in grado di estendere atti di misericordia e gentilezza alle persone bisognose. Anche in un’epoca in cui Satana lavora duramente per ingannare il popolo di Dio, abbiamo ancora un motivo per adorare il Dio degli dei.

Lo adoriamo per vari motivi:

Egli è il Creatore. Dio ha creato l’universo e noi. Le cose straordinarie che possiamo vedere, inclusi i pianeti, le galassie e le stelle, sono tutte opere di Dio. Soprattutto, quando ci guardiamo allo specchio, vediamo l’immagine di Dio (Genesi 1:26, 27).

Ci ama incondizionatamente. A prescindere da quello che proviamo nei suoi confronti, nonostante le nostre circostanze esistenti, Dio ci ama incommensurabilmente. E ha un piano per il nostro futuro (Geremia 29:11).

Egli è fedele. Dio resterà fedele verso di noi anche quando noi siamo infedeli con lui. Quando ci allontaniamo, egli ci riporta a sé.

Rispondi

  1. Quali altre qualità di Dio conosci che ci spingono ad adorarlo?
  2. In che modo l’amore di Dio è evidente nella vita dei membri meno fortunati della società?
  3. Perché adori Dio?

Giovedì

OPINIONE

Adorare come chiesa

di Phyllis Nafula, Kakamega, Kenya

Isaia 58:14

Il modo in cui adoriamo il Signore dice tanto del nostro stato come chiesa. Quando adoriamo, dovremmo esaltare, glorificare, onorare e lodare Dio in un modo che gli è gradito. Attraverso la sottomissione contrita e la supplica umile, la nostra adorazione deve dimostrare la nostra lealtà a Dio per averci dato l’opportunità di sfuggire dalle catene del peccato.

Come possiamo mettere questo in pratica come chiesa? Adorare come chiesa svolge un ruolo importante nel riattizzare il fuoco spirituale, come testimoniato il giorno della Pentecoste (Atti 2:1–4). Ci porta insieme per studiare la Parola di Dio in preghiera e comunione fraterna. È uno dei modi migliori per tenere la grazia di Dio nella nostra vita.

L’adorazione non dovrebbe essere un’esperienza puramente privata. L’adorazione privata e individuale, non è cattiva ma, come dice un autore, «C’è un elemento di adorazione e cristianesimo che non si può vivere nell’adorazione privata o guardando l’adorazione. Ci sono alcune grazie e benedizioni che Dio dà solo quando ci ritroviamo insieme ad altri credenti».[1]

Qui ci sono alcune delle benedizioni che viviamo quando ci riuniamo come chiesa per adorare il Creatore:

L’adorazione collettiva risveglia il nostro vigore spirituale. Quando adoriamo insieme, ci sosteniamo a vicenda. L’unità nella preghiera può portare risultati straordinari. Martin Lutero una volta disse, «A casa, nella mia casa, non c’è calore o vigore in me; ma in chiesa quando la folla è riunita, un fuoco viene acceso nel mio cuore e rompe ogni barriera».[2]

La comunità porta sicurezza. Far parte della comunità di chiesa ci garantisce che siamo un’unica famiglia in Cristo. L’adorazione nelle nostre chiese locali punta all’adorazione nella chiesa collettiva di cui Cristo è il capo (Apocalisse 7:9).

L’adorazione collettiva ci fa avanzare nella nostra fede. Durante l’adorazione comunitaria, partecipiamo all’edificazione, incoraggiamento e consolazione (1 Corinzi 14:3). Allo stesso tempo, adorare insieme come chiesa ci aiuta a contemplare Cristo insieme. «E noi tutti. . . siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria» (2 Corinzi 3:18).

Crescendo insieme come chiesa, possiamo adottare pratiche che ci permettono di condurre giustizia sociale collettivamente come uno stesso corpo in Cristo.

Rispondi

  1. In quali situazioni dovremmo adorare Dio collettivamente e privatamente?
  2. In che modo adorare come chiesa ci aiuta a mettere in pratica la giustizia sociale?

[1]. Donald S. Whitney, Spiritual Disciplines for the Christian Life (Colorado Springs, CO: NAVPRESS, 1991), p. 92.

[2]. David Mathis, «Kindle the Fire in Corporate Worship», desiring God (blog), 19 maggio 2014, https://www.desiringgod.org/articles/kindle-the-fire-in-corporate-worship.

Venerdì

ESPLORAZIONE

ESPLORAZIONE

Impegnati o indifferenti?

di Esther Louw, Berrien Springs, Michigan, USA

Isaia 42:1–7

CONCLUSIONE

La vera religione è seguire il cuore di Dio. Come profeta, il messaggio di Isaia consisteva nel chiamare il popolo di Dio a vivere una vita che rifletteva il carattere del Dio a cui dicevano di ubbidire. Anche Amos, Ezechiele, Michea e altri profeti condividevano una prospettiva simile sulla natura compassionevole di Dio, segnalando la nostra responsabilità di rispondere ai bisogni di chi ci circonda. La narrativa biblica nell’Antico Testamento e nel Nuovo Testamento riporta la nostra attenzione, più e più volte, alla necessità di prenderci cura dei più vulnerabili nella società e definisce la passività o l’indifferenza alla loro sofferenza come un peccato contro Dio. Come esprime chiaramente il brano di Isaia 42, alleviare le sofferenze è l’opera di Cristo e l’opera che aveva l’impegno di compiere mentre era sulla terra. La domanda allora rimane: cosa siamo disposti a fare in risposta al suo esempio?

PROVA A

  • Ascoltare la canzone «Beauty for Brokenness (God of the Poor)», di Graham Kendrick, in cui l’autore prega che la compassione e la giustizia di Dio diventino una realtà personale nella sua vita.
  • Fare volontariato per un evento sociale comunitario come una distribuzione alimentare o una mensa sociale.
  • Aiutare un bambino vulnerabile attraverso un’organizzazione come Child Impact (https://childimpact.org) o International Children’s Care (http://www.forhiskids.org).
  • Guardare il corto «Depraved Indifference» di Eric Ludy su YouTube.
  • Prendere parte a una two-dollar challenge (http://twodollarchallenge.org) per scoprire com’è vivere con due dollari o meno al giorno e raccogliere donazioni per un’organizzazione a tua scelta allo stesso tempo.
  • Scrivere dei tuoi bisogni e delle tue difficoltà. In che modo la chiesa ti ha dimostrato Cristo? In che modo non l’ha fatto? In che modo puoi imparare dalle tue esperienze per aiutarti a offrire compassione ad altri che hanno bisogno?

CONSULTA

Proverbi 14:31; Matteo 25:31–46; Giacomo 1:19–26.

Ellen G. White, A Call to Stand Apart, cap. 15, «Social Justice»; La via della guarigione, pp. 102–107.

Sikhu Daco, «Social Justice: A Systematic Case for Adventist Engagement in Christian Benevolence», Pondering… (blog), http://www.sikhu.org/social-justice.

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