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SdS CQ (College Quarterly) Terzo Trimestre 2019 – 01

Lezione 1

29 giugno – 5 luglio

Dio creò…

«Chi opprime il povero offende colui che l’ha fatto, ma chi ha pietà del bisognoso lo onora».

(Proverbi 14:31)

Sabato

INTRODUZIONE

La soluzione millennial

di Michelle Solheiro, Edmonton, Alberta, Canada

Genesi 1:1, 26–31; 2:7; 4:9; Proverbi 14:31

Da un po’ di tempo, è sorta la questione dei millennial sul lavoro, nella società e perfino nella nostra chiesa. Spesso questa generazione è etichettata come distratta, privilegiata, egoista, apatica, eccetera. Questa generazione ha tantissime risorse a propria disposizione; chiediamoci se le sta utilizzando in qualche modo.

La lezione di questa settimana mi ha fatto pensare a quale è la nostra vera missione e scopo come giovani cristiani che vivono in un’epoca di tecnologia e distrazioni, e quella missione non è cambiata. Michea 6:8 dice che la nostra missione è «che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio» e questo è ancora vero, non importa in quale periodo della storia ci troviamo.

In Genesi 1, iniziando con il versetto 1 e continuando nei versetti da 26 a 31, vediamo che Dio creò Adamo ed Eva a sua immagine e poi diede loro il dominio e la responsabilità di prendersi cura della terra e di tutto ciò che è in essa. Solo quando cerchiamo di tornare a essere cambiati nella sua immagine ci può essere affidata la responsabilità di prenderci cura di chi ci circonda. Dio vuole ancora una volta soffiare in noi la sua immagine in modo che possiamo fare una differenza nel nostro circondario e per le persone sotto la nostra influenza diretta. Continuando a innamorarci del nostro Creatore, il nostro cuore e la nostra mente saranno cambiati per avere il desiderio, la concentrazione e il cuore di continuare a fare quello che è giusto e fare del bene a chi ci circonda. Non è qualcosa che possiamo fare con le nostre forze, e se continuiamo a lasciare che gli standard della società ci influenzino o a conformarci a essi nella nostra idea di cosa è considerato appropriato per i giovani, non saremo in grado di avere quell’impatto.

Non adattarti all’etichetta che la società ti ha dato basandosi su quando sei nato. Invece, diventa il meglio che puoi essere e scegli di essere diverso. Ti incoraggio a scegliere di accettare la responsabilità e compiere lo scopo che Dio ha per te, lo scopo che solo tu puoi eseguire, e avere un impatto sulle persone che Dio ha posto sul tuo cammino perché «chi sa se non sei diventata regina appunto per un tempo come questo?» (Ester 4:14). Se vivi oggi, è perché sei il destinatario di grazia e amore incredibili; ogni respiro che prendiamo è un altro promemoria della possibilità di fare, oggi, quella differenza che un giorno farà tutta la differenza del mondo.

Domenica

LOGOS

Una missione di giustizia consacrata

di Alexandra Yeboah, Brampton, Ontario, Canada

Salmi 73:17; Ecclesiaste 12:14; Isaia 61:8; Michea 6:8; Romani 12:19; Giacomo 1:27

Condannati a vita

Cyntoia Brown era cresciuta in circostanze che avrebbero stravolto la maggior parte di noi. Era cresciuta in una casa violenta con un patrigno alcolista mentre sua madre biologica si prostituiva per finanziare la sua tossicodipendenza.

A sedici anni, Brown era un’adolescente scappata di casa. Mentre era in fuga dalla sua casa a Nashville, rimase coinvolta in una vita di droga e prostituzione. Una notte, un uomo che aveva «richiesto i suoi servizi» la portò a casa sua. A un certo punto, lei si sentì in pericolo e reagì sparandogli. Anche se invocò la legittima difesa, fu condannata come adulta all’ergastolo e potrà richiedere la libertà condizionata solo quando avrà sessantanove anni.[1]

Come il mondo vede la giustizia (Proverbi 28:5; Romani 12:19)

Anche se alcuni dettagli della storia sono un po’ grigi, non si può negare che Brown fosse chiaramente una vittima del traffico di persone; il sistema giudiziario statunitense ha segnato il destino di Brown dietro le sbarre. Non sempre la giustizia vince.

Hollywood vuole definire la giustizia raffigurando eroi che combattono la loro crociata e si appellano al nostro desiderio interiore di glorificare la forza umana. Vogliamo qualcuno che salvi la situazione, ecco perché amiamo questo mondo immaginario, dove i buoni vincono sempre la battaglia contro i cattivi. Questo stesso spirito imperfetto a volte spinge le persone a unirsi frettolosamente a cause nella speranza che, facendo così, possano creare un mondo migliore. Vogliamo che la soluzione sia trovata facilmente e vogliamo tutte le risposte alle domande più difficili della vita. Vogliamo che la giustizia sociale significhi questo. Ma in questo mondo corrotto, tutta la giustizia significa che non importa quale sia la causa, qualcuno pagherà sempre.

Quando il sistema non funziona (Salmi 58:11; 73:17; 119:126–136)

Secondo le Nazioni Unite, quattro miliardi di persone vivono al di fuori della legge. Questo significa che il sistema giudiziario pubblico ha deluso questo gruppo di persone, che non hanno trovato sufficiente protezione dalla violenza. Oggi, uno dei modi in cui questa violenza si rivela nel mondo è attraverso il traffico di persone, un’industria che genera circa 150 miliardi di dollari ogni anno.

I sistemi ingiusti predominano nella nostra società, e questo lo si può vedere ulteriormente nell’oppressione dei poveri, delle persone con disabilità, delle donne e di chi affronta pregiudizi razziali in diversi paesi in tutto il mondo. Alcune persone benintenzionate hanno iniziato ad affrontare queste disuguaglianze utilizzando comunque metodi che comportano violenza e altri mezzi bellicosi, ma i loro sforzi non porteranno alla soluzione che cercano.

Questa è la giustizia biblica (Isaia 61:8; Giacomo 1:27; 1 Giovanni 2; Apocalisse 12:17)

Quando guardiamo cosa significa la giustizia nella Bibbia, otteniamo un’immagine completamente diversa. La parola ebraica per «giustizia» è mispat, che significa che dobbiamo trattare le persone in modo uguale. La definizione si estende oltre alla punizione dei reati e include restituire alle persone i loro diritti. Quando usata, spesso è associata con l’occuparsi delle vedove, degli orfani e delle altre persone vulnerabili  (Giacomo 1:27).

Agli occhi di Dio, la giustizia è essere intimamente coinvolti nella vita delle persone per cui stai lottando. Significa vedere il dolore e l’oppressione come Dio li vede. Il fondatore di World Vision, Bob Pierce, ha detto: «Lasciate che il mio cuore sia spezzato dalle cose che spezzano il cuore di Dio». Quando lasci che il tuo cuore sia spezzato così, arrivi a riconoscere che è nostro dovere fare la nostra parte per difendere i poveri, gli emarginati e gli oppressi, non per farci un nome ma semplicemente perché è giusto.

Questo inoltre significa che dovremmo scegliere di unirci con la causa più grande di Dio, che è descritto come nostro avvocato (1 Giovanni 2:1), nel salvare le persone da un mondo perduto e un accusatore spietato.

In senso più ampio, nostro Padre sta cercando di ripristinare ciò che è stato perso nel nostro mondo: dignità, bellezza, libertà, amore e pace. Mettendo in pratica la giustizia, peroriamo la legge morale di Dio e difendiamo il suo nome.

Pratica la giustizia e ama la misericordia (Ecclesiaste 12:14; Isaia 1:17–19; Michea 6:8; Giovanni 3:16; 2 Corinzi 5:10, 11; Apocalisse 16:7)

Mentre potremmo non avere la soluzione pronta che spesso desideriamo come società, il nostro dovere verso l’umanità non cambia. Anche se dare da mangiare a un senzatetto non eliminerà la fame, e ospitare una ragazzina che vive per strada non diminuirà la prevalenza del traffico di persone, lo facciamo comunque. La vera giustizia significa fare ciò che è giusto anche quando la soluzione non è nel nostro campo visivo. No, potremmo non essere mai in grado di salvare la situazione con eleganza come un supereroe della Marvel, ma siamo comunque chiamati a fare il nostro dovere, «che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio» (Michea 6:8). Come nativa di Toronto, sono stata esposta alla disparità economica su numerosi livelli. Tuttavia, più spesso si è rivelata attraverso i volti dei senzatetto che appaiono nella città con cartelli provocatori e mani stese, supplicando per ricevere almeno gli spiccioli.

A volte, mi trovo sopraffatta quando assorbo la realtà dei problemi del mondo. Ma quando mi trovo tentata ad allontanarmi e basta, mi ricordo che ogni uomo e donna là fuori è un figlio di Dio.

Nel sollevare la discussione sulla giustizia, non dovremmo mai dimenticare una componente cruciale, cioè la misericordia. Come Dio ha dimostrato misericordia verso di noi nel mandare suo Figlio a pagare la pena dei nostri peccati (Giovanni 3:16), così noi dobbiamo avanzare con la nostra missione come suoi avvocati per portare speranza e guarigione a un mondo morente.

Rispondi

  1. Guardando tutta l’oppressione nel mondo attorno a te, quali cause Dio potrebbe portare all’attenzione del tuo cuore? Come potresti cercare di farle tue?
  2. Quali parole e immagini ti vengono in mente quando pensi alla giustizia? Cosa significa per te?
  3. Su quali brani della Scrittura puoi riflettere per darti una comprensione più chiara della giustizia biblica?

[1]. Puoi leggere la sua storia in Christine Hauser, «Cyntoia Brown, Trafficking Victim Serving Life Sentence for Murder, Will Get Clemency Hearing», New York Times, 3 maggio 2018, https://www.nytimes.com/2018/05/03/us/cyntoia-brown-clemency-hearing-.html.

Lunedì

TESTIMONIANZA

Debitori non solo verso Dio

di Jonthue Michel, Newport, New Hampshire, USA

Galati 5:13

«In base ai termini del nostro economato, noi siamo in obbligo non solo verso Dio, ma anche verso l’umanità. Ogni essere umano è debitore all’amore del Redentore per i doni della vita. Cibo, abiti, e alloggio; corpo, mente, spirito: tutto è stato comprato con il suo sangue. E per mezzo del dovere di gratitudine e di servizio così imposto, Cristo ci ha unito a tutti i membri della famiglia umana. Egli ci invita: “… per mezzo dell’amore servite gli uni agli altri” (Gal 5:13). “In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me” (Matteo 25:40).

“Io”, dichiara Paolo, “sono debitore verso i Greci come verso i barbari, verso i sapienti come verso gli ignoranti” (Romani 1:14). Lo siamo anche noi. Per tutto quello che ha reso benedetta la nostra vita, noi siamo in obbligo verso ogni essere umano cui possiamo fare del bene.

. . . Noi siamo unicamente dei depositari, e dal modo in cui riusciremo in questo dovere nei confronti di Dio e delle persone che sono nel bisogno, dipenderà il bene dei nostri simili, e anche il nostro destino per questa vita e per quella futura».[1]

«Quando gli uomini che sono stati benedetti dal cielo con ricchezza abbondante non mettono in pratica il disegno di Dio, e non aiutano i poveri e gli oppressi, il Signore è dispiaciuto e sicuramente li visiterà. Non hanno scuse per negare al loro prossimo l’aiuto che Dio ha fatto sì che potessero fornire; e Dio è disonorato, il suo carattere è falsato da Satana, ed egli è rappresentato come un giudice severo che fa ricadere la sofferenza sulle creature che ha creato. Questa cattiva rappresentazione del carattere di Dio prende l’apparenza della verità, e quindi attraverso le tentazioni del nemico, i cuori degli uomini sono induriti contro Dio. Satana accusa Dio del male che egli stesso ha fatto commettere agli uomini negando i loro mezzi a chi soffre. Attribuisce a Dio le sue caratteristiche».[2]

Rispondi

  1. Chi è considerato minimo dalla società, dalle culture locali e da gruppi locali?
  2. Dio ci ha dato vita, cibo, abiti, riparo e molte altre benedizioni, nomina tredici cose che Dio ti ha dato che possono fare del bene ai minimi.
  3. Rifletti profondamente su quello che dice l’ultimo paragrafo, e discuti cosa significa per te personalmente.

[1]. Ellen G. White, Principi di educazione cristiana, 85-86.

[2] Ellen G. White, «Parable of the Rich Man», The Review and Herald, 26 giugno 1894.

Martedì

EVIDENZA

Non è un luogo di riposo

di Peter Watson, Abaco, Bahamas

Proverbi 14:31

Quando parto per un viaggio, servono molte preparazioni: scegliere un hotel, gli orari dei voli, chi mi prende all’aeroporto o se noleggio una macchina, e in questo caso se mi perderò guidando, quanti soldi mi servono per mangiare e così via. Ho sempre un senso di aspettativa perché a volte le cose non vanno come previsto. Inoltre, non dormo mai riposandomi al meglio quando sono in viaggio a causa di tutto quello che è in corso, e questi sono viaggi controllati e pianificati a cui ho acconsentito e che ho apprezzato, quindi dovrei essere a mio agio «gettando su di lui [Gesù] ogni [mia] preoccupazione» (1 Pietro 5:7). Giusto?

Poi osservo uomini, donne e bambini a volte forzati fuori dalla loro casa, scappando dalla povertà, dalla fame, dalla violenza e perfino dalla morte. In alcuni casi non conoscono la loro destinazione, e il loro mezzo di trasporto è un container in cui sono stipati come sardine, o una barca non adatta alla navigazione sovraffollata o percorrono centinaia di chilometri a piedi. Gli unici vestiti che hanno sono quelli che indossano; gli unici soldi che avevano sono quelli che hanno pagato ai contrabbandieri per farli arrivare più lontano possibile. Nessuno li va a prendere; non hanno un letto per riposare la notte, non hanno cibo per soddisfare giorni o settimane di fame. Non sono mai a mio agio con la scena di bambini alle frontiere di ingresso che corrono nelle braccia delle loro madri, piangendo per il trattamento duro e per paura dell’ignoto.[1]

I nostri privilegi dovrebbero essere usati per aiutare i bisognosi. Dovremmo tutti prenderci un momento e pensare a quanto siamo benedetti e poi ricordare che Dio è il creatore di tutto. Gli «esseri umani» devono trattare il loro prossimo come vorrebbero essere trattati. «In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me» (Matteo 25:40). In un mondo dove c’è così tanta confusione, ingiustizia e decadenza morale, non disonoriamo Dio facendo domande come Caino, «Sono forse il guardiano di mio fratello?» (Genesi 4:9). Abbiamo solo un periodo di tempo per esistere su questa terra; questa è la vita come è, non è il nostro luogo di riposo. Come viviamo e come ci prendiamo cura l’uno dell’altro avrà molto a che fare con il nostro destino. Siamo i guardiani dei nostri fratelli.

Rispondi

  1. Dovresti sentire un obbligo ad accogliere gli stranieri nel tuo paese, comunità, scuola, casa?
  2. La Bibbia cosa rivela dell’atteggiamento di Cristo verso le persone bisognose?
  3. Puoi ricordarti l’ultima volta che hai onorato Dio aiutando qualcuno privandoti di qualcosa?

[1] Dara Lind, «The Trump Administration’s Separation of Families at the Border, Explained», Vox, aggiornato al 15 giugno 2018, 1–9.

Mercoledì

COME FARE

Il viaggio della tua vita

di Jannelle Spencer, Brittons Hill, Bridgetown, Barbados

Luca 12:40

Per preparare un viaggio ci possono volere settimane, a volte mesi. Dipende tutto da fattori importanti come il periodo dell’anno, la destinazione e la durata del soggiorno. Quando la mia famiglia ha viaggiato quest’anno, abbiamo dovuto fare passaporti per tre su quattro membri della famiglia. C’è voluta molta preparazione per assicurarci di avere tutti i documenti richiesti solo per lasciare la nostra isola.

Mentre ci si prepara per un viaggio, bisogna considerare l’alloggio, il denaro da spendere e gli indumenti appropriati per il clima della destinazione. Bisogna pensare a queste cose per tempo così che il giorno della partenza sia tutto a posto. Sarebbe terribile essere all’aeroporto e, quando il numero del proprio volo viene chiamato al gate, rendersi conto di aver dimenticato un documento fondamentale o un bagaglio che serviva davvero.

Lo stesso vale quando ci stiamo preparando per il viaggio al ritorno di Gesù, quel viaggio importantissimo attraverso le nuvole verso il cielo. Saremo lì solo mille anni prima di accomodarci nella nostra casa sulla nuova terra. Prima di fare quel viaggio però, dobbiamo prepararci.

I documenti importanti da studiare prima del viaggio saranno la nostra Bibbia e lo Spirito di profezia, che contengono informazioni su cosa serve per la nostra vita nella nostra destinazione. Possiamo imparare come amare Dio e il nostro prossimo (Esodo 20), i migliori cibi da mangiare (Apocalisse 22:2) e il momento migliore per il riposo e il ristoro (Esodo 20:8–11). Ci sono anche informazioni sul paesaggio (Apocalisse 21:21) e la fauna (Isaia 65:25).

Non saranno permessi bagagli in eccesso (Matteo 6:15). Sii certo di perdonare gli altri così che Dio possa perdonare te. Inoltre non ci saranno cuori pesanti perché la tristezza, il dolore, la morte e la sofferenza non sono permessi nella nostra destinazione. La gioia del Signore terrà leggero il nostro bagaglio, quindi assicurati di riempire con questa tutti gli angoli della tua valigia.

Non c’è bisogno di preoccuparsi degli indumenti perché Dio nostro Padre sarà il nostro ospite. Ha promesso a tutti noi vestiti di giustizia. Dio ha tutto pronto per te. Si occuperà anche del nostro cibo (dodici tipi di frutta) e del nostro soggiorno (case).

Metti in valigia l’ubbidienza e la fiducia in Dio. Una volta che vivi nella volontà di Dio e confidi nelle sue promesse, certamente raggiungerai la tua destinazione in «pace». Dio è il Pilota, quindi non c’è bisogno di preoccuparsi, anche se a volte potremmo attraversare delle turbolenze, è garantito che arriveremo sani e salvi.

Perché un viaggio abbia successo, devi prepararti. Non saltare su un giorno decidendo di andare a vedere Dio. Come prepariamo le cose per i nostri viaggi terreni, impegniamoci dieci volte tanto per prepararci per il viaggio della vita.

Rispondi

  1. Stiamo lasciando la nostra preparazione per l’ultimo minuto? (Quando dovresti iniziare a fare le valige?)
  2. Cosa possiamo fare per assicurarci di non perdere l’ultima chiamata d’imbarco?

Giovedì

OPINIONE

Boomerang

di Zelinda Sealy-Scavella, Oshawa, Ontario, Canada

Genesi 1:26–31

Un mio ex collega espresse la sua repulsione per la canzone «I Need You to Survive» di Hezekiah Walker. Non era da lui usare l’espressione pesante, «Non ho bisogno delle persone per sopravvivere; mi serve solo Dio!» Capivo come si sentiva, ma spiegai che il corpo di Cristo deve prendersi cura anche dei membri più minimi per molte ragioni, ma la più importante è per riflettere l’amore di Dio al mondo. Hanno bisogno di noi.

Trascurare di fornire assistenza per le necessità immediate della nostra comunità ha creato un problema che si è espanso a macchia d’olio. Le persone trascurate spesso si rivolgono al crimine, che finisce per fare del male non solo agli esecutori. Come autore e filosofo Elbert Hubbard dice, «Nel profondo del loro cuore, gli uomini saggi conoscono questa verità: l’unico modo per aiutare te stesso è aiutare gli altri».[1] Sfortunatamente, ci piace di più aiutare noi stessi.

Siamo così indaffarati nel salvare noi stessi e i membri della nostra famiglia immediata che ci dimentichiamo dei bisognosi nella nostra comunità? La Bibbia ha predetto che l’aumento di malvagità avrebbe influenzato il nostro amore per gli altri (Matteo 24:12). I social media non aiutano la situazione perché ci espongono a più informazioni negative di quanto abbiamo mai visto prima. Eppure, Dio ci comanda di continuare a mostrare amore nelle situazioni più impossibili (Giovanni 13:34, 35).

Fortunatamente, il nostro Salvatore è pronto a servirsi delle persone che vogliono mettersi in secondo piano per amare il loro prossimo come loro stessi. Attraverso di noi, egli è pronto a mostrare ai membri bisognosi della nostra comunità che hanno un Creatore che li ama e che vuole essere il meglio per loro.

La vera consapevolezza dei bisogni intorno a noi può essere schiacciante, e come il servo con un unico talento, si è tentati di pensare che non possiamo fare una differenza. Tuttavia, non dobbiamo credere che qualsiasi cosa facciamo sarà fatta invano. Gesù ha promesso di aiutarci con tutto ciò che gli porterà onore. Mostriamo giustizia, difendiamo i deboli e condividiamo il poco che abbiamo. Dio sa che prendendoci cura dei nostri deboli, ci prenderemo automaticamente cura di noi stessi e prepareremo una generazione ad accettare ciò che Cristo ha fatto per loro sulla croce.

Rispondi

  1. Rifletti sulla seguente citazione di James Lendall Basford: «Semplicemente augurare il bene è una carità tiepida; ma fare il bene è divino».[2] Ci sono state volte in cui avresti potuto offrire più che solo parole a qualcuno?
  2. Trovi difficile aiutare gli altri (senzatetto, mendicanti, anziani, membri della famiglia che non credono)?

[1] Elbert Hubbard, The Philistine 18, no. 1 (Dec. 1903): 12.

[2] James Lendall Basford, Sparks From the Philosopher’s Stone (London: David Bogue, 1882), 15.

Venerdì

ESPLORAZIONE

Rivelare il cuore di Dio

di Jennifer Alicia Alvarado, Toronto, Ontario, Canada         

Proverbi 14:31

CONCLUSIONE

Riflettendo sul tema per questa settimana, dovrebbe toccare il nostro cuore notare i sentimenti che Dio prova verso i poveri e i sofferenti. Egli è incolpato quando opprimiamo o offendiamo una persona che è meno fortunata. Dato che Dio è amore, ci chiama a camminare in quello stesso amore (Efesini 5:1, 2) e a mostrare chi è veramente rivelando il suo cuore alle persone in situazioni difficili. Quando vedono, attraverso le nostre azioni, che Dio si interessa davvero alla loro vita e vuole salvarli, i loro cuori si apriranno per ricevere il meraviglioso amore guaritore di Dio.

PROVA A

  • Conoscere i tuoi vicini. Sii un amico per loro e scopri come puoi aiutarli e mostrare che li apprezzi.
  • Scrivere una lettera su quello che Dio sente verso le persone che soffrono e sono oppresse, e come ciò ti colpisce.
  • Ascoltare la canzone «People Need the Lord» di Steve Green. Rifletti su come Dio cerca di aiutare le persone bisognose attraverso di te.
  • Organizzare una vendita di beneficenza nella tua comunità o nella tua chiesa. Dona i fondi raccolti a un rifugio o un’organizzazione benefica che mira ad aiutare chi è meno fortunato.
  • Scrivere una poesia sull’amore di Dio. Regalala a qualcuno che sta soffrendo per illuminare la sua giornata. Scrivi la poesia con una bella scrittura e sii creativo con la presentazione.
  • Imparare le parole della canzone «I’m Available to You» di Milton Brunson. Mentre pensi alle parole, scrivi dei modi in cui puoi fare di più per gli altri. Poi metti in pratica quelle idee! Invita la tua famiglia e/o amici a unirti a te.
  • Mettere insieme dei pacchi regalo che hanno frutta, indumenti (es. calzini), prodotti da bagno e un libro su Gesù. Pianifica un viaggio in città con famiglia e amici, e distribuisci i pacchi ai senzatetto.

CONSULTA

1 Samuele 2:8; Salmi 9:9,10; 17:5; 147:3.

Ellen G. White, Servizio cristiano, pp. 155–157.

Il nocciolo della questione, su https://uicca.it/sds-201903/#il-nocciolo.

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