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SdS CQ (College Quarterly) Secondo Trimestre 2018 – 01

Lezione 01

31 marzo – 6 aprile 2018

Il conflitto cosmico

«Allora il dragone s’infuriò contro la donna e andò a far guerra a quelli che restano della discendenza di lei che osservano i comandamenti di Dio e custodiscono la testimonianza di Gesù»

(1 Pietro 2:12)

Sabato 31 marzo

INTRODUZIONE

Né ansia né egocentrismo

di Sarah Ventura, Winona, Minnesota, U.S.A.

Ebrei 12:2

«Onestamente, non penso di poter sopravvivere ai tempi della fine». Sam si appoggiò sulla porta di camera nostra, e la porta si chiuse. «Non voglio viverci. Spero che Dio mi lasci morire prima che accada». Era un venerdì sera, Sam e io eravamo al secondo anno di accademia. Eravamo appena tornate nella nostra stanza da un seminario sull’Apocalisse. Iniziai a ridere quando Sam parlò, ma smisi quando vidi la sua espressione.

«Oh», dissi. Mi sedetti sul mio letto. «Sam, penso che ce la faresti. Staresti bene».

«No», disse lei, aprendo il cassetto e tirando fuori il pigiama. «Davvero, davvero, davvero. No. Non voglio più pensarci».

Per me, sentire i pastori che predicavano sugli eventi degli ultimi giorni era sempre un po’ eccitante. L’immaginavo come un film distopico di cui sono l’eroina: vivo dei frutti della terra, fabbrico i miei vestiti, accendo un fuoco con l’acciarino. I miei capelli sono pieni di nodi, le sopracciglia lanose e ho il volto sporco di terra, ma contro il duro paesaggio, sono bellissima.

Sembrava che Sam non la vedesse a questo modo. Forse si immaginava i tempi della fine più come un vecchio film dell’orrore in bianco e nero: il buio, le ombre, il male che poteva colpire la sua famiglia, la musica spaventosa che diventa più forte appena prima che succeda qualcosa di brutto.

Non so esattamente cosa pensasse Sam, ma so che nessuno dei nostri due approcci — la sua ansia e la mia visione tutta rose e fiori — era molto d’aiuto. «Non siate dunque in ansia per il domani», dice Gesù in Matteo 6:34. E, mentre Gesù non ci mette in guardia specificatamente dal sognare di essere i protagonisti della versione avventista di un film apocalittico, Ebrei 12:2 ci incoraggia a fissare «lo sguardo su Gesù».

Ed è questo il nostro obiettivo quando studiamo la descrizione biblica dei tempi della fine: fissare i nostri occhi su Gesù e tenerlo al centro della nostra fede. Fare così ci permetterà di scavare nei testi della Scrittura per questa settimana senza essere motivati dall’ansia o dall’egocentrismo. Teniamo gli occhi fissi su Gesù, la personificazione dell’amore di Dio, mentre leggiamo la storia della Bibbia sull’origine del peccato e il conflitto cosmico. E soprattutto per quelli di noi che la pensano come la pensava Sam, ricordiamoci la promessa di Gesù in Matteo 28:20: «Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente».

Domenica 1 aprile

LOGOS

L’inizio di un grande dibattito

di Saly Mamani, Union City, California, U.S.A.

Genesi 1–3; Ezechiele 28:12–14; Isaia 14:12–14; Apocalisse 12:1–7

Il piano di Dio per questo mondo (Genesi 1; 2; Deuteronomio 1:8; 1 Giovanni 4:19)

Dio è esistito fin dall’inizio del tempo e quindi si chiama «l’alfa e l’omega» (Apocalisse 1:8). L’alfa è la prima lettera nell’alfabeto greco, e l’omega è l’ultima lettera. Quindi, il senso di questo versetto è che Dio è la A e la Z.

In altre parole, Dio è esistito da sempre e continuerà a esistere: come Dio il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo (cfr. Deuteronomio 6:4). E visto che «egli ci ha amati per primo» (1 Giovanni 4:19), ci ha creati, con il rischio di un possibile fallimento da parte nostra. Come un genitore che decora e mette in sicurezza la casa in attesa di un neonato, Dio ha reso la terra un pianeta abitabile con animali e vegetazione. Una volta finito, ha benedetto tutto quello che aveva fatto e ha dato ad Adamo ed Eva, e ai loro discendenti, il possesso del mondo. Dio voleva che Adamo ed Eva gioissero nel suo amore e godessero dei suoi doni. Voleva che si godessero la loro libertà (Genesi 1; 2).

Il misterioso inizio del male in cielo (Ezechiele 28:1214; Isaia 14:1214)

La Bibbia dice anche che Dio ha creato molti angeli, tra cui Lucifero aveva una posizione elevata. Era stato creato come essere perfetto, Ezechiele 28:14 dice che viveva «sul monte santo di Dio» come cherubino. Lucifero era benedetto, essendo un cherubino, con un accesso diretto a Dio che non molti angeli avevano. Il suo splendore era così grande che è descritto come il «figlio dell’aurora» (Isaia 14:12). Era vestito con un abito che aveva diverse pietre preziose, che riflettevano l’importanza e la sacralità della sua posizione (Ezechiele 28:13b). Come angelo dava anche gloria a Dio, ma anche in questo era particolare, avendo i propri strumenti (Ezechiele 28:13c). Lucifero era così vicino a Dio che è un mistero come la presunzione abbia trovato posto nel suo cuore. E come una malattia, si diffuse in tutto il suo cuore finché egli smise di amare Dio e amò solo sé stesso. In effetti, ormai non capiva né accettava che tutta la gloria appartiene a Dio, ma voleva essere Dio (Isaia 14:12–14). Non desiderava avere il carattere di Dio, solo la sua gloria.

La giustizia amorevole di Dio (Apocalisse 12:1–7)

A livello umano, i disaccordi tipicamente si risolvono attraverso una rappresaglia o la rimozione, come la morte. Quindi ci si aspetterebbe che Dio rimovesse la sua sovranità in cielo o che punisse Satana per un tale tradimento. Ma mentre la maggior parte dei leader terreni penserebbe immediatamente a queste due «soluzioni», Dio prese una decisione diversa. Lasciò che Satana vivesse sulla terra anche dopo aver guidato una ribellione cosmica (Apocalisse 12:1–7). Permettendo a Lucifero di far entrare la diffidenza nel proprio cuore, Dio aveva lasciato che Lucifero facesse la sua scelta. Lucifero non era più in armonia spirituale e fisica con Dio e con quelli che lo amavano, quindi non poteva più stare in cielo. E Lucifero in ogni caso non voleva continuare a sottostare al regno di Dio. Ancora una volta Dio mostrò la sua giustizia amorevole e dimostrò che le accuse di Lucifero erano sbagliate.

Il conflitto viene sulla terra (Giovanni 12:31; 8:44; Genesi 2:17; 3)

Lucifero viene descritto come il «principe di questo mondo» diverse volte nella Bibbia (Giovanni 12:31; 14:30; 16:11). Ottenne questo titolo assicurandosi il comando sui primi abitanti di questo mondo, Adamo ed Eva. Il suo regno in questo mondo include omicidio e menzogne (Giovanni 8:44). Satana usò queste tattiche per assoggettare i nostri primi antenati alla sua autorità autoproclamata.

La santa coppia era stata messa in guardia da Dio stesso contro i pericoli del mangiare il frutto dell’albero al centro del giardino. Eva pensava di poter godere della bellezza dell’albero e della sua creatura parlante e di non cadere nell’inganno del serpente. Invece di abbandonare l’albero quando le fu ricordato che era proibito, cercò di ragionare con Satana.

Come nel giardino dell’Eden, Satana usa ancora le stesse tattiche per portarci a diffidare di Dio e infrangere i suoi comandamenti. Come «l’albero della conoscenza del bene e del male», ci potremmo imbattere in molte cose e attività che sembrano belle, che ci verrà chiesto, e a volte ci verrà fatta pressione, di provare. Attraversiamo tutti queste esperienze e le combattiamo tutti i giorni. Ma sta a noi, come stava a Eva, di decidere se circondarci con questi «alberi» e lasciarci persuadere a «mangiare il frutto».

Fin dalla caduta, l’umanità diffida del carattere di Dio, e lo mette sotto esame rigoroso. Quindi, dall’Eden, il gran conflitto che è iniziato in cielo è stato portato in questo mondo. Il conflitto riguarda chi è nel giusto: Dio è affidabile e ci ama davvero? O ha ragione Satana accusando Dio di egoismo e negligenza? C’è inimicizia tra quelli che credono al serpente e quelli che credono a Dio (Genesi 3:15). Da che parte scegli di stare oggi?

Rispondi

  1. Quale sarebbe la tua richiesta a Dio per non essere ingannato?
  2. Come vedi la giustizia amorevole di Dio ogni giorno?
  3. Cosa puoi fare per evitare che il peccato cresca nel tuo cuore?

Lunedì 2 aprile

TESTIMONIANZA

Ansia all’aeroporto

di Joshua J. Hester, Council Bluffs, Iowa, U.S.A.

Giovanni 16:33

Mentre aspettavo il mio volo, notai una donna gentile che sembrava sola, quindi decisi di presentarmi. La conversazione finì sull’elezione del presidente degli Stati Uniti. Era stato eletto solo momenti prima. L’espressione della donna tradiva la sua paura e apprensione per quello che l’elezione poteva portare.

Non era l’unica persona presa dalle emozioni in quell’atrio. Guardai altri piangere, esultare o sotto shock per l’elezione di questo nuovo arrivato politico. In risposta a questo momento si sentivano ovunque dei superlativi inutili. Era surreale… ma mi sentivo imperturbato.

Voglio precisare che capisco perché ci fossero così tante emozioni. Il nostro mondo sembra essere così insicuro, così sul filo del rasoio, praticamente capovolto, che qualsiasi fosse stato il risultato dell’elezione, ci sarebbero state reazioni intense. Mi fa pensare a una citazione, «Le nazioni sono inquiete e perplesse; gli uomini sono sopraffatti dalla paura di quello che può accadere».[1]

Negli ultimi trent’anni abbiamo visto la fine dell’Unione Sovietica, molteplici conflitti in Medio Oriente, l’undici settembre, sparatorie nelle scuole e cambiamenti culturali su temi che vanno dai ruoli dei sessi alle relazioni tra etnie. Onestamente, tutti i non cristiani dovrebbero aver paura. Questo mondo è contorto, vuoto e instabile, e purtroppo, migliaia di persone non capiscono perché.

Il problema è che «Dio non può darci una felicità e una pace altra da Se stesso, perché non c’è. È una cosa che non esiste».[2] E questo, amici miei, è il motivo per cui «gli uomini sono sopraffatti dalla paura»; non c’è pace senza Dio. E cos’è la vita senza la pace?

Mi piace il modo in cui Ellen White finisce la sua citazione sugli uomini che vengono sopraffatti dalla paura. Dice, «ma chi crede in Dio udrà la sua voce che in mezzo alla tempesta dice: “Non aver paura, sono io”».[3] Gesù ha detto, «Nel mondo avete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo» (Giovanni 16:33).

Mi sentivo imperturbato in quell’aeroporto perché avevo speranza, una base solida; il mio mondo non stava crollando. Fu allora che seppi che ero «pronto per i tempi della fine». Avevo Gesù nel cuore e nella mente, e niente può vincerlo!

Rispondi

  1. Come descriveresti la tua reazione istintiva quando si presenta il tema dei «tempi della fine»?

2. Considera questi versetti: Giovanni 16:33, Salmi 27:1, 1 Corinzi 10:13, Deuteronomio 31:6, e Apocalisse 12:11. Come pensi che la conoscenza di quello che succederà alla fine possa essere una benedizione per te?

[1] Ellen G. White, Ultimi giorni, p.14

[2] C.S.Lewis, Il cristianesimo così com’è, libro secondo, III

[3] Ellen G. White, Ultimi giorni, p.14

Martedì 3 aprile

EVIDENZA

Il principio e la fine

di Derek Patterson, Lincoln, Nebraska, U.S.A.

Genesi 3:1–24; Isaia 14:12–14; Geremia 6:2; Matteo 5:10; 28:20; 2 Corinzi 11:2; Apocalisse 12:9

Genesi 3 e Isaia 14 sono cruciali per comprendere il concetto di un Dio amorevole in mezzo a questo mondo sofferente. Due elementi sono presenti in Genesi 3: la sovranità del Re dell’universo e la ribellione della sua creazione. In questo brano, l’infinita misericordia di Dio è evidente, perché egli sarebbe stato giustificato se avesse eliminato i nostri progenitori per la loro disubbidienza. D’altro canto, Isaia 14 ci fa vedere il carattere antagonistico di Satana, l’avversario.

Prima che il nostro mondo esistesse, Lucifero era l’angelo più eccelso. Ma il malcontento e la superbia fecero sì che l’amato angelo violasse la legge perfetta di Dio. Adamo ed Eva scoprirono troppo tardi il costo della loro ambizione nell’allontanarsi dalla volontà di Dio. Anche se il serpente aveva promesso loro un’esperienza potenziata, i nostri progenitori in realtà persero la loro innocenza, e le terribili conseguenze si sentono ancora oggi.

Ma Dio introdusse i sacrifici, rappresentanti Gesù, che avrebbe fornito una via di fuga. Anche se Cristo ha vinto il conflitto alla croce, dimostrando la superiorità del suo carattere, Satana ha continuato ad assalire il popolo di Dio. Geremia 6:2, 2 Corinzi 11:2 e Apocalisse 12:9 rivelano i simboli usati nel nostro testo a memoria. Anche se Satana ha perso il gran conflitto, rivolge la sua ira verso quelli che servono Dio fedelmente, come quando fu espulso dal cielo.

Anche con le forze delle tenebre che ci circondano, abbiamo una beata speranza. Gesù promette in Matteo 28:20 di essere con noi in mezzo alla sofferenza, fino alla fine. Il cammino cristiano è difficile, pieno di ingiustizia e di dolore. Ma ci sono delle grandi ricompense che attendono quelli che sopportano e vincono. Nel suo primo sermone, Gesù disse che quelli che vengono perseguitati perché stanno dalla parte di Dio sono beati (Matteo 5:10). Il mondo continuerà a diventare più violento con la distruzione di Satana che si avvicina. Sentiremo la sua ira, ma possiamo essere felici in ciò.

Rispondi

  1. Quali sono dei modi in cui possiamo vedere il gran conflitto svolgersi nel mondo d’oggi?
  2. Quale incoraggiamento puoi offrire a quelli che stanno soffrendo come risultato dell’ira di Satana?

Mercoledì 4 aprile

COME FARE

Preparativi per la sua seconda venuta

di Francine Eulizier, Lincoln, Nebraska, U.S.A.

Matteo 28:20; Galati 5:22

Tutti quelli che ricevono Cristo ora hanno lo stesso obiettivo: diffondere il vangelo. Il modo in cui ci avviciniamo al nostro obiettivo varia moltissimo. Siamo tutti diversi con talenti speciali. La nostra diversità ci fa spiccare, ma ci relaziona anche a persone che la pensano come noi. Conoscere le persone ci porta a sviluppare relazioni e a creare delle comunità.

Prima dell’ascesa al cielo di Cristo, egli diede ai discepoli il mandato di fare altri discepoli. Cristo aveva molte comunità di persone. I suoi discepoli erano una comunità che guardiamo ancora oggi, per vedere l’impatto significativo che hanno avuto nella diffusione del vangelo. Gesù disse ai suoi discepoli di insegnare alla gente «a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente» (Matteo 28:20). Avevano la stessa responsabilità che abbiamo noi.

Cristo è l’alfa e l’omega, il principio e la fine. È e sarà sempre con noi. La nostra vita deve essere una luce tra le tenebre del mondo. Il modo in cui viviamo e ci presentiamo riflette Cristo in noi. Le nostre azioni la dicono lunga. Siamo testimonianze viventi di Gesù che vive in noi.

Dio ci ha dato il miglior frutto eterno da produrre: «amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo» (Galati 5:22). Questi attributi formano un carattere pio e riflettono l’immagine di Cristo e quello che egli vuole che diventiamo. Siamo imperfetti, e cerchiamo colui che è perfetto.

Dobbiamo prenderci cura gli uni degli altri perché siamo fratelli e sorelle in Cristo. Aiutandoci a vicenda a conoscere la potenza del vangelo, saremo in grado di guidare gli altri alla verità. Le nostre carriere, relazioni, valori, salute e reputazioni sono formate dalle scelte che prendiamo ogni giorno. La scelta più importante è il tuo atteggiamento verso Dio e la relazione che hai con lui. Dobbiamo essere disposti a fare sacrifici per lui e non stancarci. Al ritorno di Cristo, egli guarderà tutto quello che abbiamo fatto per vedere se abbiamo fatto tutto il possibile.

Che beata garanzia abbiamo nel sapere che Cristo tornerà dopo averci preparato una casa in cielo. Egli è la nostra speranza per il futuro. Dobbiamo fidarci e ubbidire alla sua guida perché egli conosce ciò che il domani porterà.

Consideriamoci responsabili a vicenda e viviamo una vita preparando il mondo per la seconda venuta del nostro Salvatore.

Giovedì 5 aprile

OPINIONE

Il gran conflitto

di David Deemer, Loma Linda, California, U.S.A.

Cosa dobbiamo fare davanti a grosse differenze di opinione? Nella lezione di questa settimana, la chiesa su cosa dovrebbe concentrarsi quando discute del gran conflitto? Su Gesù o su dottrine distinte? Alcuni dicono che la chiesa avventista ha perso di vista la sua visione centrale sul carattere di Gesù, concentrandosi troppo su teologie di ordine superiore e così facendo, trascurando i temi più fondamentali del pensiero cristiano. Altri non sono d’accordo, dicendo che le teologie di ordine superiore sono ciò che rende unica la chiesa avventista. Controbattono che la teologia si appoggia sui temi fondamentali della missione e del carattere di Gesù, e che concentrarsi solo su quei temi di base porterebbe a un indebolimento del pensiero religioso e a una perdita della nostra identità come popolo del rimanente.

Entrambe le parti presentano punti validi. Da una parte, molti avventisti sembrano essere un po’ confusi sui temi fondamentali del ministero di Gesù. Per mettere alla prova la tua comprensione, guarda quanto tranquillamente riesci a rispondere a queste due domande: (1) in che modo il vangelo ha un impatto sulla tua vita? E (2) in che modo il sabato ha un impatto sulla tua vita?

Tuttavia, Dio desidera per noi una fede superficiale? Temi di ordine superiore come l’espiazione, il santuario, i libri di Daniele e Apocalisse, e gli scritti di Ellen White ci forniscono molto spazio per crescere — e non è forse il desiderio di Dio che cresciamo nella nostra relazione con lui? (cfr. Efesini 4:11–16).

Credo che possiamo, e dovremmo, smetterla con questi inutili battibecchi. Le opinioni discusse prima non sono in conflitto tra di loro, ma se continuiamo a trattarle come se si escludessero a vicenda, lavoriamo contro l’obiettivo di Dio per il nostro bene. La nostra chiesa è in disaccordo internamente senza bisogno. È improduttivo, serve solo a dividerci ulteriormente.

Il gran conflitto è una storia su Gesù. Egli è al centro di tutto. È anche una storia vecchia, con molti capitoli pieni di molti personaggi e lezioni. Abbracciamola nella sua interezza. Discutiamo quando è importante. Impariamo ad amarci l’un l’altro come egli ci ha amati.

Rispondi

  1. Quali sono tre modi in cui puoi mostrare amore e rispetto alle persone con cui non sei d’accordo? Come puoi rispondere se scelgono di non mostrarti rispetto?
  2. Quali fattori (sii specifico) hanno il ruolo maggiore nel provocare disaccordo all’interno della chiesa a livello locale, nazionale e internazionale?
  3. La strada equilibrata è sempre la strada migliore? In che modo si può sapere quando restare sulle proprie convinzioni, a prescindere dalle conseguenze?

Venerdì 6 aprile

ESPLORAZIONE

Il gran conflitto e noi

di J-Fiah Reeves, Houston, Texas, U.S.A.

Romani 3:23; 8:35–39

CONCLUSIONE

Il gran conflitto è iniziato con la caduta di Lucifero e con la sua ribellione in cielo. Poi è arrivato ai primi esseri umani, Adamo ed Eva, e come risultato, noi ci troviamo in mezzo a questo conflitto. Non siamo semplicemente spettatori ma partecipanti nel conflitto perché abbiamo tutti peccato contro Dio e siamo privi della sua gloria (Romani 3:23). Tuttavia, Dio non ci ha lasciati sconfitti nel nostro peccato ma ci ha dato l’opportunità di stare con lui nella vittoria. Non c’è niente in questa vita che ci possa separare dall’amore salvifico di Cristo se scegliamo di accettarlo (Romani 8:35–39).

PROVA A

  • Scrivere e rappresentare un mimo sull’inizio del gran conflitto e la caduta di Adamo ed Eva. Dai un’attenzione speciale alla decisione di Lucifero di rifiutare l’amore di Dio e al suo inganno degli angeli e dei nostri progenitori.
  • Preparare una lezione sulla caduta di Lucifero e insegnarla a una classe della scuola del sabato dei bambini o dei ragazzi.
  • Leggere con un gruppo di amici il cap. 1 del libro di Ellen G. White, Patriarchi e profeti. Dopo, discutete di quello che pensate su come sia stata la prima guerra in cielo. Considerate anche l’effetto che la caduta di Lucifero ebbe sull’armonia e sulla pace del cielo.
  • Ispirandovi al capitolo letto, cercate di rappresentarlo in un disegno.
  • Pensare alla tua vita, da solo, e scrivere di alcuni momenti in cui sapevi di prendere una decisione tra bene e male, a prescindere da quanto fosse grande o piccola.
  • Invitare un medico a venire nella tua classe a parlare del sistema che il corpo umano ha per reagire alle malattie che entrano al suo interno e per guarirne. Trova delle analogie con il modo in cui combattere nel gran conflitto tra il male e il bene.

CONSULTA

  • Giobbe 1; 2; 2 Tessalonicesi 2:7; Giuda 6–15; 2 Giovanni 4:1–6.
  • Ellen G. White, Patriarchi e profeti, capitoli 1–4; Il gran conflitto.
  • Il nocciolo della questione, su http://uicca.it/2018/03/ilnocciolo-ii-trimestre-2018.
  • C. S. Lewis, Le lettere di Berlicche; Mark R. Lasser, Taking Every Thought Captive, capitoli 1 e 5.

LEZIONI PER GIOVANI (18-35 ANNI)

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LEZIONI E MANUALI PER ANIMATORI IN ALTRE LINGUE

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