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SdS CQ (College Quarterly) Quarto Trimestre 2018 – 11

Lezione 11

8-14 dicembre

Unità nell’adorazione

«Poi vidi un altro angelo che volava in mezzo al cielo, recante il vangelo eterno per annunciarlo a quelli che abitano sulla terra, a ogni nazione, tribù, lingua e popolo. Egli diceva con voce forte: “Temete Dio e dategli gloria, perché è giunta l’ora del suo giudizio. Adorate colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e le fonti delle acque”»

(Apocalisse 14:6,7)

Sabato

INTRODUZIONE

Non possiamo semplicemente andare tutti d’accordo?

di Larry Sendow, Tampin, Malaysia

Apocalisse 14:7; Giovanni 4:22-24; Abacuc 2:20

Dopo una grande discussione o un litigio su Facebook c’è un inevitabile sentimento che persiste, a volte espresso da un astante che dice, «Non possiamo andare tutti d’accordo?» Siamo onesti e arriviamo alla questione di fondo che deve essere considerata, come piace dire a noi giovani: «Come possiamo essere uniti per finire l’opera quando abbiamo problemi di divisione basati sulla cultura, stili di adorazione, strumenti e altre preferenze? E c’è qualche speranza per essere uniti quando abbiamo dei conflitti?»

Una risposta diretta si trova nel primo messaggio degli angeli come un processo in due fasi. In questo messaggio iniziale, troviamo il vangelo eterno che va in tutta la terra con l’annuncio del messaggio: «Temete Dio e dategli gloria, perché è giunta l’ora del suo giudizio. Adorate colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e le fonti delle acque» (Apocalisse 14:6, 7). Vediamo il vangelo eterno che si diffonde forte e chiaro.

Per prima cosa, per unirci, dobbiamo avere e annunciare il vangelo eterno a gran voce. Se non abbiamo la buona notizia e procediamo a urlare messaggi diversi, questo non porterà unità ma insensatezza, discordia e confusione. In secondo luogo, dobbiamo adorare insieme perché ci sia unità. L’unita si vede quando la nostra adorazione è unita verso il nostro Dio creatore. Quindi, come e dove lo adoriamo? Il «Come» ha avuto risposta da Gesù in Giovanni 4:22–24 alla donna al pozzo: «Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei… i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori». Dobbiamo adorare in spirito e verità.

Il «Dove» si trova in Abacuc 2:20: «Ma il Signore è nel suo tempio santo; tutta la terra faccia silenzio in sua presenza!» Dobbiamo essere in chiesa per adorare insieme. Questa settimana esporremo altri princìpi e modi per unirci attraverso l’adorazione!

Domenica

LOGOS

Unità nella verità

di Taylor Hinkle, Cedar Lake, Michigan, USA

Giovanni 17:17–21; 1 Corinzi 6:19, 20; Ebrei 10:24, 25; Apocalisse 14:1–14

Uniti dall’adorazione (Atti 2:1–4, 40–42, 46, 47)

Gli apostoli e i primi credenti cristiani vivevano un’unità che oggi è senza pari. Dopo che in Atti ci viene ricordato il messaggio predicato da Pietro il giorno della Pentecoste, è scritto che 3000 persone si aggiunsero alla chiesa ed erano concordi. Qual era il segreto della loro unità? Atti 2:42 dice, «erano perseveranti nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere». Cos’era che univa la chiesa cristiana dei primi tempi? In parole povere, l’adorazione. Il tempo che passavano studiando il messaggio degli apostoli, in comunione fraterna gli uni con gli altri e in preghiera, faceva sì che avessero un’unità che da allora non è più esistita.

Unità nel vangelo eterno (Apocalisse 14:1–14)

Oltre al libro degli Atti, anche Apocalisse presenta il popolo di Dio che adora in unità. Apocalisse 14 è uno dei più bei capitoli della Scrittura. Può essere schematizzato in tre sezioni principali. Apocalisse 14:1–5 descrive il popolo di Dio degli ultimi giorni che sono uniti «[seguendo] l’Agnello dovunque vada». I versetti 6–12 descrivono il messaggio di Dio di avvertimento e misericordia in cui il suo popolo è unito nell’annunciarlo al mondo. La fine di Apocalisse 14 condivide cosa accade quando il popolo di Dio è unito in Gesù e nel suo messaggio: Gesù torna a portare il suo popolo a casa. Il popolo di Dio degli ultimi giorni, concentrato sul messaggio e sulla missione, è in grado di essere unito con Gesù nelle nuvole di gloria con tutti quelli che hanno scelto di cedere alla grazia di Dio.

Unità nel messaggio (1 Corinzi 6:19, 20; Apocalisse 14:6, 7; 4:8, 11; 5:9–13)

Per vivere l’unità che il popolo di Dio aveva in Apocalisse 14 dobbiamo comprendere i messaggi che erano così fondamentali per loro. In che modo l’idea di «Temete Dio e dategli gloria» ci guida all’unità? Quando temiamo Dio e gli diamo gloria stiamo seguendo l’esempio degli eserciti angelici che non cessano mai giorno e notte di lodare il Signore. Quando lo glorifichiamo con le parole che pronunciamo, e il modo in cui viviamo la nostra vita, allora la nostra adorazione diventa uno con quella del cielo. Quando glorifichiamo Dio seguendo con gioia la sua volontà stiamo dimostrando che Dio è l’unico a essere degno della nostra fedeltà. Lo riteniamo degno della nostra ubbidienza, così lo adoriamo. Il fulcro del messaggio del primo angelo è di portarci all’unità con l’ordine di adorazione di Dio che unifica il popolo di Dio.

Adora il Creatore (Esodo 20:8–11; Ezechiele 20:12, 20; Luca 4:16; Ebrei 10:24, 25)

Il comando, «Adorate colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e le fonti delle acque» è una citazione diretta del quarto comandamento (Esodo 20:11). In questa chiamata ad adorare il Creatore, Dio ci ricorda di adorarlo nel modo e nel giorno in cui ci ha detto di farlo all’inizio; cioè, il sabato. Il sabato è il segno che Dio ci sta santificando e portando il nostro cuore in unità con lui. Per noi è impossibile adorare Dio in unità se non siamo uniti con lui. Il sabato è un momento di adorazione in gruppo quando dobbiamo unirci per incoraggiarci a vicenda nella fede. Quest’adorazione unita è fondamentale per la crescita spirituale e l’unità dei credenti.

Unità nella verità (Giovanni 17:17–21)

Perché i messaggi dei tre angeli sono fondamentali per unificare il popolo di Dio? In una delle ultime preghiere di Gesù, egli concentrò la propria attenzione sul bisogno di unità dei credenti. Stava per essere crocifisso, e a breve sarebbe tornato in cielo, e capiva che il suo popolo doveva avere un unico proposito. L’unità poteva solo esistere quando erano santificati, o separati dal mondo e uniti a Dio. Gesù prega suo Padre, «Santificali nella tua verità». Gesù sapeva che se i suoi seguaci non fossero stati santificati dalla verità della sua parola non si sarebbero mai uniti. Come possiamo vivere l’unità oggi? Può solo accadere se siamo uniti nel vero messaggio che Dio ci sta chiamando a conoscere, comprendere e condividere in questo momento: i messaggi dei tre angeli. Come potremmo essere uniti come popolo di Dio se non siamo uniti nel messaggio che egli ci sta chiamando a portare a ogni nazione, tribù, lingua e popolo? Se non siamo uniti nelle grandi verità di questi messaggi, tutta l’unità nella nostra adorazione sarebbe semplicemente superficiale e artificiale.

Due gruppi uniti di adoratori (Apocalisse 13:1-4, 8; 14:6, 7, 9–11)

Apocalisse descrive due gruppi che sono uniti nell’adorazione. Il capitolo 13 parla di un gruppo che è unito nell’adorazione della bestia, la sua immagine e il drago. Il capitolo 14 descrive quelli che sono uniti nel seguire l’Agnello e il suo messaggio finale a un mondo perduto e morente. L’unico scopo del primo gruppo è di costringere le persone ad adorare l’immagine della bestia (v. 15), mentre la sola missione del secondo gruppo è di indicare alle persone la vera adorazione nel Dio creatore. Il messaggio del primo angelo è un appello urgente perché il popolo di Dio si unisca a lui nell’adorare Dio nel modo che egli ha insegnato, e a non partecipare nell’adorazione della bestia. In questo comando ad adorare il Creatore, Gesù sta chiamando le sue pecore che ancora non fanno parte del gregge a unirsi ai suoi veri seguaci prima che sia troppo tardi. Apocalisse descrive un gruppo rimanente che è completamente unito nella propria adorazione di Dio. Questi sono i veri adoratori che lo adorano in «spirito e verità».

Rispondi

  1. Come facciamo a sapere con quale gruppo siamo uniti?
  2. L’unità è più importante della verità?

Lunedì

TESTIMONIANZA

Separati per l’unità

di S. Kiran Koya, Detroit, MI. USA

Atti 2:47; Efesini 4:3–5

«Il primo messaggio di Apocalisse 14 annuncia l’ora del giudizio e invita gli uomini a rispettare Dio e ad adorarlo. Il suo scopo era quello di sottrarre il popolo di Dio all’influsso del mondo e di renderlo consapevole del suo stato di corruzione e apostasia. In questo messaggio Dio rivolgeva alla chiesa un avvertimento che, se fosse stato accolto, avrebbe sanato il male che la separava da lui. Se la chiesa avesse accettato il messaggio del Signore e si fosse umiliata davanti a lui, cercando sinceramente di prepararsi per poter sussistere in sua presenza, lo Spirito e la potenza di Dio si sarebbero manifestati nei credenti. La chiesa avrebbe nuovamente raggiunto quella dimensione di unità, fede e amore esistente al tempo degli apostoli, quando i credenti erano tutti “d’un sol cuore e d’un’anima sola” e “annunziavano la Parola di Dio con franchezza”; quando “il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che erano sulla via della salvazione” (Atti 4:32,31; 2:47)».[1]

«Se il popolo di Dio accettasse la luce che risplende dalla sua Parola, raggiungerebbe quell’unità per la quale il Cristo pregò e che l’apostolo descrive come “unità dello Spirito col vincolo della pace”. Egli dice: “V’è un corpo unico ed un unico Spirito, come pure siete stati chiamati a un’unica speranza… V’è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo” (Efesini 4:3-5)».[2]

«Cos’è che provoca dissenso e discordia? È il risultato del camminare separati da Cristo. A distanza da lui, perdiamo il nostro amore per lui e ci raffreddiamo nei confronti dei suoi seguaci. Più i raggi di luce si allontanano dalla loro sorgente, più divergono. Ogni credente è come un raggio di luce di Cristo, il sole della giustizia. Più camminiamo vicino a Cristo, la sorgente di tutto l’amore e la luce, più grande sarà il nostro affetto per coloro che portano la sua luce. Quando i santi sono vicini a Cristo, per necessità si avvicinano gli uni agli altri, perché la grazia santificatrice di Cristo unirà i loro cuori. Non si può amare Dio e non amare il proprio fratello».[3]

Rispondi

  1. Di solito l’uniformità è confusa con l’unità. Quali atteggiamenti dovresti coltivare per essere uniti in Cristo e allo stesso tempo celebrare la diversità in un corpo?
  2. Se la comprensione corretta delle Scritture e la vicinanza a Cristo sono necessarie per l’unità nell’adorazione, quali passi pratici dovresti intraprendere?
  3. L’unità di chiesa è un fine di per sé o un precursore fondamentale al successo della missione? Discutine.

[1] E. G. White, Il gran conflitto, pp. 297-298

[2] Ibid., p. 298

[3] E. G. White, Manuscript Releases, 1990, vol. 15 [Nos. 1136-1185], p. 88.3

Martedì

EVIDENZA

Più di un canto

di Isaí Almeida McGrath, Cedar Springs, Michigan, Stati Uniti

Atti 17:10, 11

La lode consiste di tante parti diverse e può assumere molte forme, ma spesso è ridotta al canto. Lodare Dio include riconoscere le sue caratteristiche (Apocalisse 4:8), riconoscere ciò che ha fatto per noi (Apocalisse 5:9, 10) e dargli gloria e onore (Apocalisse 4:11; 5:13). Lodiamo Dio studiando la sua Parola per conoscerlo ed essere in grado di discernere le sue caratteristiche, facendo preghiere di ringraziamento, riconoscendo il modo in cui opera nella nostra vita e cantando della sua bontà ed elevandolo. La parola «lode» che è usata in Apocalisse è la parola proskuneo, che significa, «rendere omaggio, mostrare riverenza, o inginocchiarsi davanti». Anche se cantare può contenere caratteristiche della lode e la lode spesso è espressa attraverso il canto, la lode deve consistere di più di solo quello.

In Atti 17, Luca menziona brevemente i bereani, un gruppo di persone che sono spesso elogiate nella chiesa per il loro studio diligente della Bibbia. Quello che sappiamo di loro viene solo da due versetti ma vediamo che erano aperti ed entusiasti di ricevere la Parola e allo stesso tempo diligenti nel loro studio delle Scritture, assicurandosi che i nuovi insegnamenti fossero in linea con il Dio che erano arrivati a conoscere. Luca dice che i Giudei di Berea erano «di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica». La parola «nobili» usata qui viene dal greco eugenes, che significa, «di nascita nobile o nato di rango elevato». Ma la parola qui è usata in riferimento al calibro del loro cuore e della loro mente. Adam Clarke scrive, «Era una massima degli Ebrei, che “nessuno era di spirito nobile se non si impegnava nello studio della legge”».[1] Atti 17:11 dice che «ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando ogni giorno le Scritture». Diversamente da alcuni dei Giudei di Tessalonica, i bereani erano pronti e aperti alle nuove rivelazioni, ma non le accettarono con ingenuità. Avevano l’abitudine di studiare le Scritture. Quanto spesso cadiamo nella trappola di prendere la parola dei predicatori per oro colato senza disturbarci di andare direttamente alla Parola di Dio come verifica e supporto, arrivando a una comprensione personale di chi è Dio. Questa comprensione personale di Dio forma le fondamenta della nostra lode. Non possiamo lodare davvero Dio senza sapere com’è, avere un desiderio inesauribile di cercarlo, e in risposta, passare del tempo di qualità con lui attraverso la preghiera e lo studio della sua Parola. Come scrive Ross King, «Puoi cantare quanto vuoi e sbagliare lo stesso. La lode è più di un canto».[2]

Rispondi

  1. Oltre alla preghiera, al canto e allo studio della Parola, quali altri modi hai per lodare?
  2. Alcune cose considerate lode potrebbero non essere in linea con come dovremmo lodare Dio? Perché?
  3. Qual è il tuo «canto» personale di lode che esprime la tua vita, il tuo scopo?

[1] A. Clarke, R. Earle, Adam Clarke’s commentary on the Bible, Beacon Hill Press, Kansas City

[2] Ross King, «Clear the Stage». You can sing all you want and still get it wrong worship is more than a song. And All the Decorations, Too, Ross King, 2002

Mercoledì

COME FARE

L’equazione della lode

di Archie Daco, Laurel, Maryland, USA

Apocalisse 14:6–11

Prima della sua ascensione, Gesù pregò che i suoi seguaci potessero essere uniti (Giovanni 17:11, 21–23). Come discepoli di Cristo, potremmo essere tentati di cercare di mostrare un’apparenza di unità. Potremmo perfino essere tentati di pensare che l’unità sia, di per sé, la prova che siamo discepoli di Cristo.

Inoltre, vediamo la lode rigorosamente come quell’ora o due passate in chiesa una volta a settimana; o peggio ancora, come musica che ha parole collegate alle cose spirituali. L’unità nella lode allora vorrebbe dire uniformità nell’ordine del servizio di chiesa, o negli strumenti musicali usati. Ma l’unità è davvero raggiunta quando ci comportiamo tutti allo stesso modo come robot?

Uniti nella falsità: Mentre l’unità è una caratteristica ammirevole, la storia della torre di Babele illustra che è possibile essere uniti con un obiettivo comune che è anti-Dio (Genesi 11:1–9). La semplice presenza di unità, allora, non è equivalente alla santità. Possiamo essere uniti nella falsa lode empia.

Elementi di lode: L’adorazione a cui siamo chiamati in Apocalisse 14:6–11 è composta di due elementi. Il primo è chi adori (Apocalisse 14:6, 7) e il secondo è come adori (Apocalisse 14:9–11). Come equazione, sarebbe: lode = chi adori + come adori. Siamo chiamati ad adorare il Dio creatore [« che ha fatto il cielo, la terra, il mare e le fonti delle acque» (Apocalisse 14:7)] in spirito e verità (Giovanni 4:24) con i nostri pensieri e le nostre azioni [cioè «sulla fronte o sulla mano» (Apocalisse 14:9)].

Una sola vera adorazione: Ci sono tante permutazioni false dell’equazione della lode quante esistono variazioni dei termini. Per esempio, potresti sapere chi è il vero Dio ma non adorarlo correttamente (cfr. Malachia 1:6–8). Egli ci ha insegnato nella Scrittura come adorarlo. Viceversa, ci sono tanti falsi dei e l’unico modo per conoscere il vero Dio è nella Scrittura.

Unione biblica nella lode: l’obiettivo, allora, non può essere semplicemente l’unità nell’adorazione. Dovremmo cercare di unirci nell’adorare il vero Dio nel modo che ci ha chiesto come rivelato nella sua Parola. Un gruppo di persone che si uniscono per studiare la Bibbia con uno spirito di umiltà, desiderosi di rinunciare a tutto ciò che è contrario alla sua Parola, sicuramente vive l’unità della Pentecoste (cfr. Atti 2:1).

Rispondi

  1. Puoi unirti in adorazione con qualcuno con cui sei teologicamente in disaccordo?
  2. Come sai che hai oltrepassato il confine da unità a uniformità?

Giovedì

OPINIONE

Separati per unire

di Justin Torossian, Exeter, California, USA

Apocalisse 14:7

Si è sempre trattato solo di una cosa: l’adorazione. Dall’inizio della battaglia tra bene e male, Lucifero ha desiderato l’adorazione di cui solo il Creatore era degno (Isaia 14:13-14). Nella resa dei conti finale della terra, non sarà diverso. La domanda mondiale sarà, «Adorerai il Creatore, il suo giorno, o farai un compromesso?»

Quando si tratta di relazioni, un sano compromesso non solo è una cosa buona… è una necessità! Pensaci. Senza essere disposti ad abbandonare preferenze e opinioni, la maggior parte delle coppie non si accorderebbe mai sul colore della propria cucina, o sul nome del prossimo figlio. Ma mentre i compromessi sulle preferenze sono essenziali, ce n’è un tipo che è pericoloso per i cristiani: il compromesso di principio. Insistere fermamente per le verità della parola di Dio è stato letteralmente ciò che portò tre Ebrei nella fornace ardente, Daniele nella fossa dei leoni e milioni di cristiani nelle fiamme della persecuzione. Tutti loro consideravano il prezzo del compromesso troppo alto per il bene di pace e unità. Sintetizzando questa posizione amorevole ma salda, Martin Lutero disse: «Pace se possibile, verità a tutti i costi». Lutero non solo riconosceva che la verità valeva la divisione, ma che per la sua stessa natura, la verità separa.

Gesù stesso, l’incarnazione vivente della verità, disse che non era «venuto a metter pace, ma spada» (Matteo 10:24). Anticipò che membri di una stessa famiglia sarebbero stati divisi per la verità, dalle proprie decisioni di accettare o rifiutare Gesù e i suoi insegnamenti. Mentre Dio è un Dio di unità, è anche un Dio di separazione. Alla creazione, in tre dei sei giorni troviamo Dio che divide, per il bene della vita (Genesi 1:4, 6, 14). E quando Dio ci ricrea alla conversione, ci separa dai nostri hobby o amici dannosi, in modo da farci crescere in lui. Dio separa… ma per unire.

Alla fine del tempo, ancora una volta Dio divide per unire. Attraverso la sua verità separa i suoi figli dal mondo — ci separa dal cristianesimo compromesso — per unirci gli uni agli altri e a sé. Nel frattempo, attraverso un’unità di verità compromessa, Satana riuscirà a ottenere adorazione per sé: «…e tutta la terra, meravigliata, andò dietro alla bestia. E adorarono il dragone…» Apocalisse 13:3-4. Quindi l’ultimo messaggio di invito e avvertimento del Creatore va a ogni angolo del pianeta: «Temete Dio e dategli gloria… Adorate colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e le fonti delle acque» (Apocalisse 14:7). «Non adorate la bestia o la sua immagine!» (vedi Apocalisse 14:9). Entrambi i gruppi saranno uniti nell’adorazione, ma solo uno sarà unito nella verità. E coloro che sono uniti nella Verità vivranno una profondità di unità che il mondo non ha mai visto prima!

Rispondi

  1. Quali sono alcune cose non negoziabili nella tua vita su cui non sei disposto a scendere a compromessi per il bene della pace/unità?
  2. Quali sono alcuni modi in cui trovi che Dio ti dà opportunità di rappresentare i suoi princìpi nelle tue interazioni quotidiane?

Venerdì

ESPLORAZIONE

Uniscici

di Kiana Alexander, Grand Blanc, Michigan, USA

Atti 4:23–31

CONCLUSIONE

Qui vediamo i discepoli che si uniscono per pregare onestamente. Questa preghiera risulta nella risposta e nella discesa dello Spirito Santo! Vediamo l’unità in quell’interazione e vediamo qualcosa di più profondo. Non dobbiamo unirci per il bene dell’unità e della comunione fraterna, ma perché ciò è fondamentale nell’opera che cerchiamo di compiere come cristiani. Per annunciare la buona notizia di Cristo, il suo amore e imminente ritorno dobbiamo pregare e agire insieme come mai prima. È anche importante tenere Cristo come la base della nostra unità e comunione fraterna. Attraverso lo studio della Scrittura e la preghiera possiamo avere esperienze quotidiane con Cristo, individualmente e come chiesa, in un modo potente che cambierà la comunità in cui ci troviamo e il mondo. Vivendo l’unità e la relazione con Cristo, possiamo vivere l’unità e le relazioni nella chiesa.

PROVA A

  • Progettare una cena con studio biblico dove inviti i membri del tuo gruppo giovani o della comunità di chiesa assicurandoti che la preghiera sia centrale alla tua riunione.
  • Creare un’opera d’arte sulla potenza della comunione fraterna e della preghiera e condividila con un amico o un membro della tua famiglia. Sii creativo e sentiti libero di usare il mezzo che preferisci.
  • Meditare su modi in cui puoi aumentare la comunione fraterna e l’unità nella tua chiesa e scrivilo, poi cerca dei modi per implementare queste idee.
  • Andare indietro e leggere i versetti biblici e le storie di questa settimana, mentre lo fai analizza e scrivi gli elementi necessari per l’unità nell’adorazione e nella comunione fraterna.
  • Con un gruppo di amici, progettare una recita da presentare alla tua chiesa o gruppo dei giovani.
  • Comporre una poesia, con la forma che preferisci, che parla dell’importanza della comunione fraterna e come essa rafforza l’unità nella chiesa.
  • Radunare un gruppo di membri della tua chiesa per sviluppare compagni di preghiera. Pregate insieme regolarmente e ogni tanto incontratevi socialmente per condividere un pasto con il tuo compagno di preghiere.

CONSULTA

Atti 1:14; 2:42, 12:12; Filippesi 2:2; 1 Pietro 2:5.

Ellen G. White, (CET 192), Unity in Faith and Doctrine; Gli uomini che vinsero un impero, cap. 2.

LEZIONI PER GIOVANI (18-35 ANNI)

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