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SdS CQ (College Quarterly) Primo Trimestre 2019 – 05

Lezione 5

26 gennaio – 1° febbraio 2019

I sette sigilli

Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai acquistato a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione, e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra».

(Apocalisse 5:9-10)

Sabato

INTRODUZIONE

«Alzate il capo, la liberazione si avvicina»

di Michelle Gordon, Glenside, Pennsylvania, USA

Deuteronomio 32:43; Matteo 24:3–14; Ebrei 12:1, 2

Non ho mai corso una maratona, e solo il pensiero è spaventoso. Se tentassi una maratona oggi, quasi certamente non riuscirei a completare i 42,2 chilometri che la compongono. Riesco quasi a sentire le mie gambe e i miei muscoli che gridano, «Non ci siamo allenati per questo!» o «Quanto manca?» Ma ho fiducia che con l’allenamento e la preparazione, correre una maratona sia un obiettivo che un giorno potrei raggiungere. I corridori appassionati sono ben consapevoli dell’allenamento e l’impegno che servono nel prepararsi per una maratona. E come i corridori devono prepararsi fisicamente e mentalmente per le maratone, i cristiani devono allenarsi e prepararsi quotidianamente per finire la corsa spirituale.

I corridori possono affrontare disidratazione, dolore, sfinimento e cambiamenti della temperatura corporea, specialmente vicino al traguardo della corsa. Allo stesso modo, nella nostra corsa spirituale, anche noi potremmo affrontare periodi di dolore e sfinimento e potremmo trarre coraggio dal fatto che la corsa presto finirà. Ci sono state «guerre e rumori di guerre», «nazione [è insorta] contro nazione e regno contro regno» e ci sono «carestie, pestilenze e terremoti in vari luoghi» (Matteo 24:6, 7). Gesù ci dice anche che saremo odiati e forse uccisi a motivo del suo nome (Matteo 24:9, 10). Questi segni ci danno speranza che Gesù stia per tornare presto. Come una maratona, la nostra corsa spirituale si avvicina alla fine e può essere spaventosa, difficile e dolorosa. Ma Gesù ci dice, «Nazioni, cantate le lodi del suo popolo! Poiché il Signore vendica il sangue dei suoi servi, fa ricadere la sua vendetta sopra i suoi avversari, ma si mostra propizio alla sua terra, al suo popolo» (Deuteronomio 32:43).

Con la storia del mondo che giunge al termine, teniamoci stretti alle promesse di Gesù, il nostro conquistatore, redentore e amico. Mentre aspettiamo, «corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta» (Ebrei 12:1, 2). Come dice il canto:

I segni dei tempi sono ovunque.

C’è una sensazione nuova nell’aria.

Tieni gli occhi sul cielo orientale,

Alzate il capo, la liberazione si avvicina!

Rispondi

  1. Dato che non sappiamo quando Gesù tornerà, come possiamo sostenerci l’un l’altro nel mantenere la fede? Come mantieni la fede?
  2. Quali strategie usi quando ti senti nervoso o ansioso? Potrebbero aiutare quando ti senti preoccupato o spaventato dai tempi finali?

Domenica

LOGOS

Guarda il trono

di Lee Givhan, Middletown, Delaware, USA

Levitico 26:21–26; Zaccaria 1:8–17; Galati 3:13; Apocalisse 5:1–10; 6:1–17

Gesù è il re (Apocalisse 5:1–10)

Potrebbe stupirti sapere che Gesù, che è Dio, ha acquisito autorità dopo la resurrezione, diventando il re di questo mondo. Appena prima di andare alla croce disse, «ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo» (Giovanni 12:31). Dopo la resurrezione, Gesù disse, «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra» (Matteo 28:18). Quando Dio creò la terra, ne diede l’autorità ad Adamo, ma quando Adamo peccò, quell’autorità fu trasferita a Satana che ha mantenuto il mondo intero sotto il suo governo di peccato e morte (Luca 4:6). Gesù, che non peccò mai e fu risuscitato dalla morte, sconfisse Satana e riprese quell’autorità che Adamo aveva perso.

Se non fosse per il libro dell’Apocalisse, l’ultima volta che vediamo Gesù sarebbe stato nel libro degli Atti quando fu riportato in cielo. Grazie all’Apocalisse possiamo vedere cosa successe quando prese il suo trono in cielo, e cosa sta accadendo da allora. Apocalisse capitolo cinque documenta gli eventi sorprendenti che avvengono in cielo quando Gesù riceve autorità e potenza dopo la resurrezione. Gesù, che ha vissuto come un essere umano tentato e che può capire l’esperienza umana della morte, ora è singolarmente qualificato a essere nostro giudice; a causa della sua qualifica e autorità, Apocalisse dice che egli è stato trovato degno di «prendere il libro e di aprirne i sigilli» (Apocalisse 5:9).

Gesù è un uomo d’azione (1 Re 16:11; Atti 1–2)

Cos’è questo libro misterioso con i sigilli che Gesù apre? Una cosa che sappiamo è che Gesù inizia ad aprire i sigilli immediatamente dopo la sua resurrezione quando si siede sul suo trono come re. Quando guardiamo l’Antico Testamento, vediamo che nel momento in cui un re saliva sul trono, iniziava a eseguire giudizi. Questo era un momento in cui agire ed esercitare l’autorità appena ricevuta. Un esempio è in 1 Re 16:11a: «Quando fu re, appena fu sul trono, distrusse tutta la casa di Baasa…» Casi simili sono ripetuti attraverso la storia dei re d’Israele e Giuda nell’Antico Testamento, quindi non dovrebbe sorprenderci che Gesù abbia iniziato a prendere provvedimenti appena ricevuto il suo nuovo ruolo di Re di questo mondo.  All’incoronazione, Gesù manda lo Spirito Santo e agisce per la salvezza dell’umanità a Gerusalemme, in Giudea, Samaria e fino all’estremità della terra (Atti 1–2).

Gesù è il giudice (Levitico 26:21-26; Isaia 10:5, 6; Apocalisse 6:1–8)

Il giudizio arriva prima nella casa di Dio (1 Pietro 4:17). Quando guardiamo quello che succede sulla terra quando Gesù apre i primi sigilli, vediamo un linguaggio che richiama alla mente i giudizi che venivano sul popolo di Dio se erano infedeli al suo patto. Il cavallo bianco del primo sigillo rappresenta il successo del vangelo durante il movimento apostolico, ma diminuisce progressivamente con i sigilli successivi.

Le maledizioni e le benedizioni del patto sono espresse in Levitico 26:21–26. Qui vediamo che se il popolo di Dio gli fosse stato infedele, avrebbero sofferto carestia, spada, piaghe e bestie feroci. Queste sono le stesse cose che avvennero sulla terra quando Gesù aprì i primi quattro sigilli in cielo. Dio ha una protezione attorno ai suoi figli, ma nella Scrittura vediamo che quando i figli d’Israele si allontanavano, Dio rimuoveva questa protezione e permetteva alle altre nazioni di colpirli in modo da guidarli al ravvedimento e alla fede (Levitico 26:23).

Gesù è un vendicatore (Zaccaria 1:15; Apocalisse 6:9–11)

Un’altra situazione tipica che vediamo nell’Antico Testamento è che quando le nazioni di cui Dio si è servito per portare giudizio sul suo popolo hanno superato il limite, Dio giudica quelle stesse nazioni per essere state troppo violente o opprimenti: «provo un grande sdegno contro le nazioni che se ne stanno ora tranquille e che, quando io m’indignai un poco contro di essa, contribuirono ad accrescere la sua disgrazia» (Zaccaria 1:15). Nell’apertura del quinto sigillo, Apocalisse 6:10 scrive del grido dei martiri, che chiedono, «Fino a quando aspetterai, o Signore santo e veritiero, per fare giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sulla la terra?» I martiri di Dio chiedono giustizia per come sono stati brutalizzati, come il sangue di Abele gridava in modo figurato dal terreno. È arrivato il momento per Dio di vendicare il suo popolo attraverso il giudizio.  Le vesti bianche rivelano quali sono i loro verdetti.  Infine, il sesto sigillo parla del giudizio di Dio delle nazioni e la seconda venuta di Cristo.

Gesù è il salvatore (Romani 8:37; Galati 3:13)

Gesù Cristo è singolarmente idoneo a essere giudice perché ha preso su di sé tutte le maledizioni che Dio aveva detto sarebbero ricadute su chi trasgrediva la sua legge. Gesù non solo ha preso la nostra maledizione, ma è stato tentato e ha vinto, vincendo anche la morte. Per questo motivo, può capire intimamente le nostre sofferenze mentre ci dà la forza di vincerle. Gesù ha promesso che quelli che vincono come ha vinto lui, si siederanno sul suo trono con lui. Quindi possiamo guardare ogni prova come un’opportunità per Dio di renderci vincitori e idonei al trono!

Rispondi

  1. Puoi pensare a una prova che hai affrontato ultimamente? In che modo Dio se ne può servire per renderti un vincitore come Gesù?
  2. Cos’è qualcosa che Gesù ha vinto che ti ispira?
  3. Quali sono fonti di incoraggiamento a cui possiamo attingere nel vedere che Gesù sta chiamando il suo popolo al ravvedimento attraverso le prove che affrontano?
  4. Quali sono alcune delle maledizioni che Gesù ha preso per noi, scritte in Levitico 26:21-26?

Lunedì

TESTIMONIANZA

L’Agnello immolato dei tempi finali

di Rochelle Amos, Willow Grove, Pennsylvania, USA

Apocalisse 6:1–8; Levitico 26:21–26; Matteo 24:1–14

Immagina di avere una visione pacifica, poi all’improvviso prende una brutta piega. Quale pensi che sarebbe la tua reazione? Giovanni reagì con un grande pianto quando si rese conto che non c’era nessuno degno di leggere e aprire il libro. Considera quanto sarebbe stata diversa la nostra opinione della vita se il libro non fosse stato aperto per svelare una profezia futura. Poi uno degli anziani andò da Giovanni e disse, «Non piangere; ecco, il leone della tribù di Giuda, la radice di Davide, ha vinto per aprire il libro e i suoi sette sigilli» (Apocalisse 5:5).

Giovanni guardò in mezzo al trono dove si trovavano gli anziani e un Agnello che era stato immolato prese il libro. L’Agnello rappresenta Gesù che è venuto a togliere i nostri peccati (Giovanni 1:29).  Dice il rivelatore: «Poi vidi quando l’Agnello aprì uno dei sette sigilli e udii una delle quattro creature viventi, che diceva con voce come di tuono: “Vieni”. Guardai e vidi un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava aveva un arco; e gli fu data una corona, ed egli venne fuori da vincitore, e per vincere» (Apocalisse 6:1, 2). Il bianco del cavallo dimostra la purezza della fede durante i primi secoli della chiesa. La corona data al cavaliere, che va a conquistare con la verità con entusiasmo e successo, rappresenta l’esperienza dei primi pastori. Il cavaliere sul cavallo portò il vangelo a tutto il mondo.[1]

Gesù aveva predetto che ci sarebbero state guerre e rumori di guerre, e che tutto ciò è l’inizio di dolori. Il mondo intero sarà raggiunto dal vangelo, e poi verrà la fine (Matteo 24:14). «In quest’epoca che precede di poco la seconda venuta di Cristo sulle nuvole del cielo c’è da svolgere un’opera simile a quella di Giovanni il Battista. Dio cerca uomini che preparino il popolo del rimanente fino al grande giorno del Signore. Per dare un messaggio simile a quello di Giovanni dobbiamo avere la sua stessa esperienza spirituale. … Dobbiamo contemplare Dio, e contemplandolo perdere di vista noi stessi».[2]

Rispondi

  1. Perché Giovanni inizialmente era turbato che non si potesse aprire il libro?
  2. Cosa succede quando cammini consapevolmente in senso contrario a Dio?
  3. Quali segni avverranno con l’avvicinamento della fine?

[1] DAR (1909) 432.1

[2] Ellen G. White, Ultimi giorni, p.39.

Martedì

EVIDENZA

Sappiamo già come finisce questa storia

di Krissy Wint, Doylestown, Pennsylvania, USA

Apocalisse 6:1–8

Quando Giovanni scrisse l’Apocalisse, era un periodo tumultuoso per la chiesa perché Roma stava iniziando a esigere che i cittadini adorassero l’imperatore. La disubbidienza a questa nuova regola portò all’esilio di Giovanni sull’isola di Patmos, dove ricevette le visioni che leggiamo oggi (Apocalisse 1:9). Queste rivelazioni erano un messaggio che può essere sembrato un racconto di finzione mistico ad alcuni che leggevano all’epoca. In effetti oggi sono stati creati film, telefilm e libri sull’apocalisse, glorificando distruzione, morte e caos. Ma di che cosa parla davvero il libro dell’Apocalisse?

Nel linguaggio moderno la parola «apocalisse» è arrivata a significare «la distruzione completa del mondo». Ma la parola apocalisse significa qualcos’altro; dal greco, «apocalisse» significa «svelare» o «rivelare». Mentre spesso leggiamo questo testo nel contesto della preparazione per i giorni finali futuri, i quattro cavalli dell’apocalisse ci danno anche un’idea del carattere di Dio per aiutarci a mantenere la fede con l’avvicinarsi della fine.

Apocalisse capitolo sei esamina i sei sigilli, condividendo gli eventi dei giorni della fine. Anche se spesso ci concentriamo sugli eventi di ogni sigillo, c’è una prova cruciale nella prima frase. Apocalisse 6:1 si apre con «Poi vidi quando l’Agnello aprì uno dei sette sigilli». Prima ancora di arrivare alla descrizione dei cavalli e dell’inganno, guerra, carestia e pestilenza che portano, vediamo un altro personaggio, l’individuo che apre i sigilli, che permette che accada tutta l’azione imminente. Quella persona è l’Agnello, Gesù Cristo.

Quando leggiamo degli eventi apocalittici dobbiamo sempre ricordarci che sappiamo come finisce la storia. Questi eventi finali sono parte di un piano più grande di salvezza, e nonostante la distruzione, guerra e morte che possiamo vedere con l’avvicinarsi della seconda venuta, Dio è ancora al comando.

Leggendo dei tempi finali spesso possiamo sentirci confusi. Però non dovremmo essere sopraffatti, ma incoraggiati che Gesù tornerà presto. Non dovremmo mai dimenticare che è in corso una battaglia spirituale che non possiamo vedere (Efesini 6:12). Mentre i quattro cavalli dell’apocalisse ci danno un’idea della fine, possiamo essere confortati dalla consapevolezza che la battaglia finale è già stata vinta.

Rispondi

  1. Spesso nella Bibbia si usa il simbolismo dei colori per approfondire la nostra comprensione (cfr. Salmi 51:7; Isaia 1:18; Geremia 14:2; Lamentazioni 5:10; Daniele 11:35; Matteo 17:2). In che modo l’uso dei colori approfondisce la nostra comprensione di Apocalisse 6:1–8?
  2. Elenca i simboli nel brano di oggi. In che altro punto della Bibbia sono usati questi simboli e queste immagini? Usando questo contesto, pensa: perché è stato usato questo simbolo specifico? La sua inclusione cosa ci insegna del carattere di Dio?

Mercoledì

COME FARE

La realtà è meglio

di Andrew Carroll, Allentown, Pennsylvania, USA

Apocalisse 6:12

Hai mai avuto un libro preferito che è stato poi trasposto in un film, ma per qualche motivo il film non ha incluso la tua parte preferita? O ancora peggio, ha reinterpretato quella scena dando un significato completamente diverso? È risaputo che Hollywood si prenda delle licenze artistiche nel raccontare le storie bibliche, interpretandole senza rispetto per il contesto più grande della salvezza. Il capitolo sei di Apocalisse in particolare ha sofferto per questa reinterpretazione sfortunata. Puoi immaginare cosa direbbe la maggior parte delle persone se chiedessi loro cosa pensano sia rappresentato dai 4 cavalieri dell’apocalisse. Forse che portano distruzione e rovina così che una figura indistinta possa conquistare il mondo. Ma noi sappiamo bene che non dobbiamo dare la nostra interpretazione personale. Ecco alcune lezioni che possiamo imparare dalla comprensione biblica dei quattro cavalieri e del resto dei sigilli nella nostra vita quotidiana.

Pace: Invece di essere influenzati dall’interpretazione ansiosa che il mondo ha della Scrittura, possiamo rallegrarci e avere pace. Invece di essere scagnozzi maligni, i cavalieri dell’Apocalisse 6:1-8 rappresentano la bontà del vangelo proclamato. Dio non si occupa di fare allarmismo. Ogni sigillo aperto è un invito. Il libro dell’Agnello, la volontà vivente di Gesù Cristo, rivela l’eredità di Cristo, il suo popolo, un corpo rinnovato a cui ci chiama a prendere parte. Possiamo avere pace sapendo che siamo nel corpo di Cristo.

Coraggio: I cavalieri rappresentano le diverse condizioni sotto cui il vangelo va avanti, che sia durante i tempi di prosperità e rapida moltiplicazione, o persecuzione, carestia e minaccia di morte. Sappiamo pienamente che Dio sarà con quelli che diffondono fedelmente il vangelo a prescindere dalle circostanze.

Speranza: Come i servi di Dio nei versetti nove e dieci, anche noi potremmo chiederci quanto manchi perché Dio intervenga, ma non dobbiamo perdere la speranza. Possiamo sapere che Dio ritarda la sua venuta perché da qualche parte c’è un’altra persona che direbbe di sì alla salvezza portata da Gesù, se solo il suo popolo gliela presentasse. Dio sa che ci sono altri là fuori che aspettano che parliamo loro di Gesù. Portiamo loro speranza e nel farlo rafforziamo la nostra!

Avvicinandoci ai movimenti finali della storia di questo mondo nel sesto sigillo, dobbiamo tenerci saldi alla fede che Gesù dà. Anche quando c’è «un grande sconvolgimento» e alcune delle stelle del cielo, chi è nella chiesa, cadono, possiamo ancora sapere che Dio è con noi.

Rispondi

  1. Quale pensi che sia un uso corretto della licenza artistica nei media e film cristiani?
  2. Hai mai incontrato qualcuno che era spaventato dal linguaggio profetico della Bibbia? Cosa diresti a quella persona adesso?
  3. In che modo il vangelo ti porta personalmente pace, coraggio e speranza?

Giovedì

OPINIONE

Il leone e l’agnello

di Manushka Gracia-Desgage, Baton Rouge, Louisiana, USA

Apocalisse 5:1–10

Nei circoli cristiani, spesso ci concentriamo sul fatto che Gesù abbia vinto la morte nella sua capacità di Figlio di Dio. Parliamo della potenza di Dio come l’unico mezzo con cui Gesù possa essere stato risuscitato. Questo, ovviamente, non è un punto di vista sbagliato. Solo Dio poteva opporsi alle leggi della morte. Ma c’è un principio della storia della resurrezione su cui non ci soffermiamo abbastanza: le cicatrici di Cristo e le loro implicazioni.

In Apocalisse 5, Giovanni dice di essere addolorato perché nessuno poteva aprire il libro con i sette sigilli. Mentre sta piangendo, uno degli anziani va da lui e lo conforta facendogli sapere che in effetti c’è Qualcuno degno di aprire il libro. In questo brano, Gesù è descritto come il leone della tribù di Giuda e l’Agnello immolato. All’inizio, sembra che l’apostolo stia insinuando che la vittoria e credibilità di Gesù vengano come il Leone di Giuda. Ma quando si leggono i versetti 9 e 10, l’autorità di Gesù di aprire il libro è come Agnello che è stato immolato. In altre parole, Gesù ha vinto con le sue cicatrici.

Gesù è degno di aprire il libro perché è stato «immolato e [ha] acquistato a Dio, con il [suo] sangue, gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione» (Apocalisse 5:10). La credibilità di Gesù è un risultato della sua vulnerabilità. Serviva la potenza di Dio per risuscitare Gesù Cristo; ma siamo attirati da Cristo perché questa potenza ha raggiunto l’apice nella vulnerabilità. Attraverso la sua morte, egli ha incarnato ciò che ha detto ai discepoli di fare: «Voi sapete che i prìncipi delle nazioni le signoreggiano e che i grandi esercitano autorità su di esse. Ma non dovrà essere così tra di voi: anzi, chiunque vorrà essere grande tra di voi, sarà vostro servitore» (Matteo 20:25, 26).

I nostri cuori non sono attratti da Cristo perché era perfetto; i nostri cuori sono attratti da lui perché si è reso vulnerabile. Nessuno vuole un amico perfetto che non può offrire una briciola di vulnerabilità. Quindi, l’Agnello che è stato immolato è resuscitato con le cicatrici come parte della sua vittoria. Gesù ci insegna la compassione e l’empatia. La nostra miglior testimonianza è la nostra dimostrazione. Le persone non sono persuase dalla nostra retorica finché non sanno che siamo passati da dove stanno passando ora loro. Le nostre cicatrici non sono una fonte di vergogna; come per il Redentore dell’umanità, le nostre cicatrici ci dimostrano degni.

Rispondi

  1. Che tipo di incoraggiamento ti hanno fornito le cicatrici di Cristo nel tuo cammino con lui?
  2. Qual è la differenza tra vulnerabilità e vergogna?

Venerdì

ESPLORAZIONE

I sigilli ora sono aperti

di Sara Horatius, Boston, Massachusetts, USA

Matteo 24:14

CONCLUSIONE

In Apocalisse 6, Gesù apre i sei sigilli e ci porta lungo il viaggio della diffusione del vangelo e come viene ricevuto. Il primo sigillo ci riporta a quando il vangelo veniva predicato nella sua forma più pura e come il vangelo si diffuse quasi al mondo intero durante il tempo dell’apostolo Paolo. I sigilli dal due al cinque ci mostrano come il vangelo prese una brutta piega verso la persecuzione e l’uccisione delle persone a causa del vangelo, alla chiesa che prende il posto del governo e uccide e perseguita le persone nel nome del vangelo, il vangelo contaminato dal paganesimo e dal consumismo e mettendo in evidenza i martiri che sono morti per il vangelo. Il sesto sigillo ci porta ai capitoli finali della storia del mondo dove segni e prodigi indicano la seconda venuta di Gesù Cristo. Tutti e sei i sigilli sono stati spezzati, e siamo pronti a incontrare Gesù, colui che è stato trovato degno di aprirli.

PROVA A

  • Ascoltare il sermone di Joe Crew sui sette sigilli (https://www.amazingfacts.org/media-library/media/e/718/f/6/t/seven-seals—part-1).
  • Fare un grafico che evidenzia i sette sigilli e gli eventi nella storia che riguardano ogni sigillo.
  • Discutere la seguente domanda con il tuo gruppo della scuola del sabato: in che modo il vangelo è stato commercializzato ed edulcorato? Quali pratiche pagane sono state introdotte nel vangelo nel ventunesimo secolo? Cosa possiamo fare per assicurarci di predicare il vangelo di Gesù Cristo e nient’altro?
  • Scrivere la citazione, «Se un uomo non ha scoperto qualcosa per cui morire, non vale la pena vivere», di Martin Luther King Jr. su un foglietto o un post-it e attaccarlo in un posto dove puoi riflettere su questo prima di iniziare e/o finire la tua giornata.
  • Leggere il libro dei martiri di Foxe o fare una ricerca su un martire cristiano famoso.
  • Prendere del tempo nelle tue preghiere quotidiane per pregare per quelli che non hanno ancora sentito parlare del vangelo o che non hanno accettato Cristo come loro salvatore e chiedi a Dio come può servirsi di te per diffondere il vangelo.

CONSULTA

Gioele 2:30, 31; Matteo 24.

Uriah Smith, Daniel and Revelation, capitolo 6, «Revelation».

LEZIONI PER GIOVANI (18-35 ANNI)

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