Guida allo studio personale della Bibbia e alla condivisione in gruppo per ragazzi di 18-35 anni.
SdS CQ (College Quarterly) Primo Trimestre 2018 – 01
Lezione 01
30 dicembre 2017 – 1 gennaio 2018
L’influsso del materialismo
«Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre» (Filippesi 2:9-11)
Sabato 30 dicembre
INTRODUZIONE
Sei un buon amministratore?
di Brenda Hiser Wilson, Jefferson, Texas, U.S.A.
Genesi 3:3; Deuteronomio 8:18; Salmi 24:1
Fin dall’inizio, come si vede in Genesi 3:3, Dio ha detto chiaramente che il mondo e tutto ciò che si trova in esso appartiene a lui. Siamo chiamati, come amministratori di Dio, ad amministrare ciò che appartiene a lui. Mentre Dio ci ha affidato la cura, lo sviluppo e il piacere di tutto ciò che possiede in quanto suoi amministratori, siamo responsabili di gestire le sue proprietà bene e secondo i suoi desideri e i suoi obiettivi. Perché, allora, abbiamo la mentalità che tutto ciò che Dio ci ha affidato appartiene a noi?
«La preoccupazione principale di quelli a cui [Gesù] parlava erano le cose materiali della vita. Il loro sistema di valori era distorto. Non riconoscevano il principio che ogni amministratore ha diritto all’assistenza del suo padrone. Se si fossero riconosciuti come amministratori di Dio, allora avrebbero avuto diritto all’assistenza di Dio verso i loro bisogni quotidiani. Egli disse loro di cercare prima il regno dei cieli, ed egli avrebbe soddisfatto i loro bisogni fisici».[1]
Salmi 24:1 ci ricorda: «Al Signore appartiene la terra e tutto quel che è in essa, il mondo e i suoi abitanti». Il Creatore e Proprietario di tutto chiede così poco in cambio. Perché troviamo così difficile fidarci di lui, ubbidirgli e onorarlo? Ci ha dato così tanto; molto più di quanto ci meritiamo.
L’amministrazione esprime la nostra ubbidienza a proposito della gestione di tutto ciò che Dio ha messo sotto il nostro controllo, è onnicomprensiva. La gestione cristiana della vita è l’impegno della persona e dei propri averi al servizio di Dio.
«Ricòrdati del Signore tuo Dio, poiché egli ti dà la forza per procurarti ricchezze» (Deuteronomio 8:18). Siamo chiamati come amministratori di Dio a gestire ciò che appartiene a lui, usando le abilità e i talenti che egli ci ha dato. Tutto ciò che abbiamo, tutto quello che possiamo fare, ci viene dato dal Signore. Siamo responsabili di gestire le sue proprietà bene e secondo i suoi desideri e obiettivi.
Questo mondo non è la nostra casa, né lo sono le cose in esso. Quale sarà la nostra risposta il giorno in cui ognuno di noi sarà chiamato a rendere conto di come abbiamo gestito ciò che il Maestro ci ha dato così generosamente?
[1] Melvin E. Rees, God’s Plan for Social Security, Pacific Press Publishing®, Mountain View, 1970, p. 21
Domenica 31 dicembre
LOGOS
Amministrazione e salvezza
di Malcolm S. Douglas, Tucson, Arizona, U.S.A.
Matteo 16:24; Luca 12:15–21; Romani 5:12
Amministrazione originale (Romani 3:23; 5:12)
Probabilmente la storia di amministrazione più famosa è anche la meno riconosciuta. In Genesi 2, abbiamo Adamo ed Eva posti nel giardino per amministrarlo (prendersene cura). Ma nel capitolo successivo, essi seguirono i suggerimenti di Satana e non le direzioni di Dio. Da quella volta, Dio ha cercato di ripristinare in noi la consapevolezza che egli ci ama ancora e desidera affidarci ciò che è suo.
Dal tempo di Adamo ed Eva, abbiamo tutti provato il dolore e la sofferenza della loro infedeltà alla Parola di Dio. Così, siamo tutti diventati soggetti alla morte, perché abbiamo tutti peccato e siamo privi della gloria di Dio (Romani 3:23; 5:12). Ma la morte non era l’unica conseguenza; ora anche la nostra stessa natura è stata corrotta (Efesini 2:3). Quindi, anche se vogliamo fare il bene, non possiamo (Romani 3:12). Ma non tutte le speranze erano perdute!
L’offerta sacrificale originale (Romani 8:32)
Nell’Antico Testamento, leggiamo la pratica delle varie offerte. Questa forma di donazione era nota come più che semplici offerte. Sia che fossero offerte del loro lavoro, che non è accettato, o offerte di lode e ringraziamento, tutte le offerte erano anche note come sacrifici (Genesi 4:3, 4; 2 Cronache 29:31). Se le persone avessero dovuto dare i migliori capi del proprio gregge, sarebbe stato certamente un sacrificio.
Il sacrificio, o offerta, includeva letteralmente lo spargimento di sangue della vittima. La vittima poi era posta sull’altare e poi bruciata, rappresentando un’espressione di lode, pace, ringraziamento e devozione dell’individuo verso Dio. Dio, a sua volta, dimostrò la sua devozione e amore per noi sacrificando (offrendo) letteralmente suo Figlio per noi (Romani 8:32).
Nel sacrificio di Gesù, vediamo anche la redenzione. La maggior parte delle persone, quando sentono la parola «amministrazione», pensano istintivamente ai soldi, ma la parola «amministrazione» è strettamente collegata alla parola «redimere», che vuol dire «riscattare». Quando Adamo ed Eva caddero e persero la relazione stretta che avevano avuto con Dio, Dio si impegnò comunque a redimerli. Quando Gesù venne sulla terra per morire sulla croce come sacrificio ed espiazione, redense l’umanità. Ci ha acquistati e ci ha portati fuori dalla prigionia e nella sua grazia trasformatrice.
La chiamata del cristiano al sacrificio (Matteo 16:24)
Il sacrificio di Cristo non era solo per la nostra salvezza dal peccato, ma anche il nostro esempio di come vivere altruisticamente. L’esempio deve essere ripetuto dai seguaci di Cristo. Dato che il sacrificio di Cristo sulla croce era completo, il processo che sta cercando di operare in noi deve essere un’opera completa. Egli non si è dato a malincuore quando è morto sulla croce, e quindi Cristo non sta chiamando un cristiano al 50 %, ma un cristiano che sia completamente dedito a lui — che dia sé stesso interamente per il servizio e la gloria di Cristo.
Quindi, l’amministrazione è la dimostrazione dell’esperienza di conversione attraverso la potenza dello Spirito Santo che trasforma i cuori e le persone così che possano vivere la vita che Dio ci ha chiamato a vivere: la vita altruista. Più semplicemente, Gesù ci sta chiamando a vivere come ha vissuto lui. Con l’esempio di dare sé stesso in sacrificio sulla croce per redimerci e riscattarci come suoi, egli ci sta anche chiamando a una vita di abnegazione in cui dobbiamo prendere la nostra croce e seguirlo (Matteo 16:24; Marco 8:34; Luca 9:23).
Da egoista ad altruista (Luca 12:15; Galati 2:20)
Nonostante la nostra tendenza al peccato, all’egoismo, Cristo ci ha dato un modo per sradicare il nostro egoismo e agire come ha fatto lui. Le promesse della Parola di Dio ci collegano a lui, e quindi possiamo diventare partecipi della natura divina (2 Pietro 1:4). Come cristiani, dobbiamo essere «crocifissi con Cristo» (Galati 2:20), non vivere la vita della nostra vecchia natura egoista, peccaminosa, ma avere Cristo che vive in noi. «In lui viviamo, ci muoviamo e siamo» (Atti 17:28). Quindi, come cristiani dediti a Cristo, l’amministrazione non è solo l’impegno di ciò che abbiamo, ma anche un riconoscimento di quanto Cristo ci possiede completamente.
Gesù vuole che riconosciamo che siamo più di quello che abbiamo (Luca 12:15). È per questo che è vero che non siamo salvati da ciò che diamo; non possiamo salvarci dando di più; ma potremmo essere persi non dando quello che dovremmo (vedi Luca 12:15–21). Dio ci ha chiamati a essere un popolo speciale che sia depositario della sua grazia (Deuteronomio 7:6; 1 Pietro 2:9, 10). Quindi, Dio confida che condivideremo con fede chi è, qual è il suo scopo e cosa farà. Altrimenti, non avremmo avuto il grande mandato di Matteo 28, e soprattutto, il mandato di Apocalisse 14:6–12.
Infine, non solo l’amministrazione opera nel processo di restaurarci nel carattere altruista di Gesù, ma determinerà la nostra idoneità al cielo. Almeno due volte Gesù dà chiaramente l’idea che la nostra fedeltà o la nostra infedeltà nelle piccole cose determinerà se ci possano essere affidate cose più grandi (Luca 16:10; 19:17). Potremmo supporre che se non siamo affidabili nelle poche responsabilità che abbiamo qui, ci si potrebbe veramente fidare di noi in cielo?
Rispondi
- Quali aspetti della mia vita ho dedicato a Gesù? Quali aspetti della mia vita non ho completamente dedicato a Gesù?
2. Cosa sono disposto a dare in risposta a quello che Gesù ha dato per me?
Lunedì 1 gennaio
TESTIMONIANZA
Non-selfie
di Althea Collins, Calhoun, Georgia, U.S.A.
2 Pietro 1:7
Nella cultura della nostra società, un selfie ha lo scopo di incarnare la nostra perfezione. Queste fotografie egocentriche sono fatte per vantarci della nostra bellezza, esultare del nostro eccesso e compiacerci della nostra avidità. Postiamo spesso e ossessivamente di noi stessi su Twitter, su Instagram e su Facebook. Gesù sosteneva una posizione controculturale — il non-selfie: una vita di servizio gentile.
«Chi manifesta la sua generosità ottiene una duplice ricompensa: nell’aiutare chi ha bisogno fa del bene agli altri ma anche a se stesso. Lo Spirito Santo che agisce nel suo cuore svilupperà in lui quella generosità disinteressata che nobiliterà e arricchirà la sua vita. La generosità espressa con discrezione e saggezza unisce gli uomini e avvicina a colui che ne è la Fonte. Le piccole attenzioni, le semplici manifestazioni di affetto e sacrificio, che assomigliano al profumo di un fiore, sono molto importanti nella vita perché assicurano felicità e benedizioni. Infatti ci si renderà conto che la rinuncia personale in vista del bene e della felicità degli altri, per quanto fraintesa e disprezzata dagli uomini, in cielo è considerata come una dimostrazione della nostra unione con il Re di gloria che essendo ricco ha rinunciato a tutto per amor nostro».[1]
Dovremmo «sviluppare al massimo ogni facoltà per fare agli altri tutto il bene possibile. . . .
Dio accetterà solo quanti si prefiggeranno con determinazione obiettivi ambiziosi. . . .
Chi vuole collaborare con Dio deve fare di tutto per perfezionare ogni sua facoltà fisica e psichica».[2]
«La sua vita è stata una perfetta illustrazione della vera cortesia. La gentilezza e la delicatezza davano profumo al suo carattere. Aveva sempre uno sguardo gentile e una parola di conforto e consolazione per i bisognosi e gli oppressi. . . .
Quando si incontrano coloro che sono logorati e oppressi, che non sanno da che parte rivolgersi per trovare soccorso, mettete i vostri cuori nel compito di aiutarli. Non è l’obiettivo di Dio che i suoi figli si rinchiudano in loro stessi, senza interessarsi al benessere di chi è meno fortunato di loro. Ricordate che Cristo è morto per loro come per voi. La conciliazione e la gentilezza apriranno la via per aiutarli, per vincere la loro fiducia, per ispirarli con la speranza e il coraggio».[3]
Rispondi
- Hai mai eseguito un atto altruistico? Qual era la tua motivazione per quell’azione?
- Hai mai ricevuto un atto di gentilezza? Qual è stato l’impatto sul tuo cuore?
[1] Ellen G. White, Il manifesto di Gesù, p. 79
[2] Ellen G. White, Le parabole, p. 243
[3] Ellen G. White, My Life Today, p. 242
Martedì 2 gennaio
EVIDENZA
Salvati per servire
di Anbudurai Albert Zachariah, Karnataka, India
Romani 12:2
Molti pochi versetti nella Scrittura sono così taglienti e strategici quanto lo è Romani 12:2.
Dopo aver dedicato i primi undici capitoli nella teologia consolidata, Paolo passa ad affrontare un aspetto importante dell’integrità cristiana: il dovere, la condotta e il comportamento.
Dalle parole ai fatti
Come in qualsiasi partita, quando arrivi all’ultimo intervallo prima del fischio finale, l’allenatore ha delle indicazioni cruciali che, se seguite, renderanno più facile la strada per la vittoria. Leggi il versetto qui sopra con sincerità. Ti cambierà da dentro.
Una parola che spicca è «metamorfosi» (greco metamorphoo). Questo spiega il processo di come un girino diventa una rana e un bruco una farfalla. È esattamente questo che Dio vuole per i suoi figli. Se cediamo alla guida dello Spirito Santo, saremo trasformati e in grado di arrenderci completamente a Dio.
Perché lottiamo?
Durante gli esperimenti dello Space Shuttle Columbia, gli scienziati hanno scoperto che ci sono ventisei laghi sotto il deserto del Sahara. È straziante pensare alle persone che muoiono di fame e di sete perché quelle riserve nascoste non sono ancora state sfruttate. Come amministratori di Dio, dobbiamo guidare le persone alla fonte di acqua viva, Gesù Cristo.
Crescendo come esploratore, dicevo regolarmente la promessa. Il versetto di oggi è un promemoria che la nostra cittadinanza è in cielo. Quindi spostiamoci dalla dottrina al dovere, dal credo alla condotta e dalle convinzioni al comportamento, e siamo amministratori timorati di Dio.
Rispondi
- C’è qualcosa o qualcuno che stai trattenendo da Dio?
- Le tue finanze e i tuoi hobby?
- A che stadio sei nel tuo cammino cristiano?
Mercoledì 3 gennaio
COME FARE
Motivi amministrativi del cuore
di Philip Shaw, Orlando, Florida, U.S.A.
Esodo 20:17; Isaia 14:13, 14; Luca 15:15; Filippesi 2:5–8
«Io» e «mio» sono diventati le tendenze di questa generazione? La nostra società e il mondo in generale diffonde la bella vita, una vita abbondante e agiata. Insegna che il denaro, il potere e la ricchezza sono le cose chiave da desiderare, le cose che guidano la società. L’io e l’interesse personale sono gli attributi chiave delle persone popolari e famose. Il denaro, la fama e il potere sono esemplificati, messi in mostra e glorificati nella nostra società corrente.
Romani 12:2 dice, «Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà».
Negli Stati Uniti, abbiamo quello che è conosciuto come il sogno americano, l’idea che puoi iniziare da niente e raggiungere e ottenere uno stile di vita elevato con il duro lavoro. Lascia molte persone ai margini, lasciate fuori senza possibilità di ottenere tale sogno. Questo, insieme all’egoismo, spinge le caratteristiche di avidità, potere e ingiustizia. Luca 12:15 dice, «Poi disse loro: “State attenti e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall’abbondanza dei beni che uno possiede che egli ha la sua vita”». Attraverso le parole di Cristo, egli ci mostra la correlazione diretta da cui dobbiamo guardarci. Quest’idea è anche rinforzata con i dieci comandamenti. «Non concupire la casa del tuo prossimo; non concupire la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo» (Esodo 20:17). Quello che possiamo guadagnare da queste perle, vedendo gli avvertimenti di Dio, è una consapevolezza degli effetti del cercare di stare dietro al «sogno», perché ci fa perdere di vista la ragione stessa per la nostra esistenza qui sulla terra.
La nostra vita, il tempo e l’impegno sono doni di Dio. Egli ci permette di raccogliere i benefici e le benedizioni che derivano dal servirlo e dal portargli gloria mentre egli opera in noi la sua volontà e il suo piano. Questo è il concetto espresso anche in Filippesi 2:3: «Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso». Adottare le caratteristiche che Dio ha esposto, ci impedisce di cadere negli inganni di Satana, dove il centro dell’attenzione è sull’io e nient’altro.
Dobbiamo essere come Cristo e incarnare il suo carattere d’amore. I modi di Cristo sono sempre stati umili, ed egli desidera che seguiamo il suo esempio: «Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù» (Filippesi 2:5). Un netto contrasto da quello di Satana: «Tu dicevi in cuor tuo: “Io salirò in cielo, innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio”» (Isaia 14:13, 14)! La scelta sta a ognuno di noi. Con ogni decisione, scegliamo chi è sul trono del nostro cuore. Scegli questo giorno chi servirai. Sceglieremo il sentiero umile di Cristo, o la strada spaziosa e ingannevole di Satana?
Rispondi
- Perché pensi che Dio metta in guardia dal materialismo?
- Perché l’ubbidienza è una caratteristica così importante per Dio?
- In che modo la fedele gestione cristiana della vita (denaro, talenti, caratteristiche) portano ubbidienza a Dio?
- In che modo rinnovare le nostre menti in Cristo ci tiene concentrati?
- Quali sono alcuni modi pratici per prevenire le norme sociali del materialismo?
Giovedì 4 gennaio
OPINIONE
Tempo e priorità: le valute che scambiamo tutti i giorni
di Eric Louw, Dallas, Texas, U.S.A.
Salmi 90:12; Giacomo 4:13, 14
Sogni — li abbiamo tutti. Da bambini, sogniamo cosa diventeremo da grandi. Dopo il diploma del liceo, sogniamo dove continueremo la nostra istruzione. Poi pianifichiamo la nostra carriera ideale, speriamo in quel futuro certo che abbiamo sempre voluto, e contiamo sull’avere la famiglia che crediamo completerà il tutto per noi. Poi, finalmente, saremo felici.
Ma, in mezzo alla pianificazione, l’organizzazione e il «successo», è facile diventare talmente presi dai nostri obiettivi che molti di noi quasi automaticamente si dimenticano della necessità di trovare un significato e la felicità durante il viaggio vero e proprio, piuttosto che in noi stessi.
Giacomo 4:14 fa la domanda: «Che cos’è infatti la vostra vita?». In quella domanda, ci chiede di riflettere sui nostri sogni e di mettere in dubbio il loro vero valore. Ci ricorda che la vita è un vapore che appare per breve tempo e poi svanisce. Dato che non sappiamo dove ci porterà la vita, i nostri progetti dovrebbero includere la consapevolezza non solo della nostra vita terrena, ma anche una buona amministrazione del nostro tempo con la vita eterna in mente. Dovremmo cercare di vivere come vuole Dio, piuttosto che solo secondo la nostra volontà.
Durante i miei anni di università, sono diventato così rapito dal mio bisogno di avere successo e di mantenermi finanziariamente, che verso il mio ultimo anno avevo tre lavoretti part-time oltre che semestri fitti d’impegni. Come studente di teologia, studiando per vivere una vita di servizio pastorale per gli altri, potete immaginare quanto tempo mi restasse per servire effettivamente dov’ero. Tuttavia, avevo ragioni logiche. Dovevo lavorare per poter pagare la scuola e arrivare a fine mese. Dovevo mantenere una media dei voti perfetta per massimizzare le borse di studio. Già che c’ero, tanto valeva cercare di conseguire dei riconoscimenti e le borse di studio che li accompagnavano.
Detto questo, mancava qualcosa. Alla fine, nel mio ultimo semestre, Dio attirò la mia attenzione e iniziò a mostrarmi quanto fossero disorganizzate e insoddisfacenti le mie priorità. Sì, quello che stavo facendo era «importante» per me, ma c’erano anche studenti e amici intorno a me che avevano bisogno di amicizia, incoraggiamento e guida, con il loro percorso di vita incerto. Dio mi ha chiamato al ministero pastorale non per investire tempo in me stesso, ma per essere un buon amministratore usandolo per portare benedizioni agli altri. Guardando indietro, quel semplice spostamento di priorità e tempo fu la decisione più appagante che presi all’università.
Rispondi
- Perché Giacomo rimprovera le persone che fanno piani per il loro futuro in Giacomo 4:13–15?
- In che modo riconoscere la volontà di Dio per la tua vita dovrebbe avere un impatto sull’amministrazione del tempo che egli ti ha dato?
- Quali sono alcuni modi in cui puoi rendere la tua situazione presente più significativa aggiustando le tue priorità per portare benedizioni agli altri?
Venerdì 5 gennaio
ESPLORAZIONE
Tesoro eterno
di Allison Sauceda, Centerville, Ohio, USA
Matteo 6:19-21, 24; Giovanni 15:5; Galati 2:20
CONCLUSIONE
La parola «amministrazione» frequentemente porta alla mente l’associazione con il gestire beni per guadagnare una ricchezza maggiore. Ma essere un buon amministratore potrebbe anche significare negare intenzionalmente a sé stessi i piaceri terreni per concentrarsi sulle cose di Cristo. Ci viene ricordato in tutta la Scrittura che la ricchezza terrena ci può separare da Dio. Se i nostri occhi sono solo fissi su cose del mondo, allora le nostre vere priorità chiaramente sono nell’ora e qui; fissando i nostri occhi sulle cose del cielo e negando a noi stessi ogni capriccio e piacere ora, mostriamo che la nostra identità è in Cristo e i nostri cuori sono fissi sul tesoro eterno.
PROVA A
- Dire a un amico di un’area della tua vita che senti di aver investito troppo nel mondo. Invitalo ad aiutarti a pensare a modi in cui puoi aggiustare le tue priorità, e chiedigli di tenere conto dei cambiamenti fatti.
- Scrivere una poesia o una canzone che espanda le idee in Matteo 6:19-21 riguardo il farsi tesori in cielo invece che ricchezze terrene. Condividi quello che hai scritto con la tua classe della scuola del sabato o un piccolo gruppo.
- Fare una lista di aree in cui potresti migliorare le abitudini di spesa. Accanto a ogni area, scrivi almeno un modo pratico in cui puoi cambiare quell’abitudine. Scrivi uno dei versetti biblici di questa settimana in cima alla lista per ricordarti ciò che è veramente importante.
- Fare una camminata o un’escursione nella natura, concentrandoti sulla semplice bellezza della creazione di Dio. Mentre cammini, prega che Dio pulisca la tua mente dai desideri terreni e sostituisca quei desideri con una concentrazione sul suo regno.
- Disegnare o dipingere un’immagine che illustri il modo in cui l’essere concentrati sulla ricchezza terrena ci può separare da Dio. Condividi quest’immagine con la tua classe della scuola del sabato o piccolo gruppo.
- Scrivi dei modi in cui senti di occuparti troppo sulle cose terrene. Prendi del tempo per riflettere e pregare su quelle aree, chiedendo a Dio di aiutarti a spostare la tua concentrazione sulle cose del cielo. Assicurati di tornarci sopra per scrivere le cose che Dio ti spinge a cambiare.
- Pensare a una lista di aree nella tua vita in cui saresti disposto a fare sacrifici per occuparti dei bisogni degli altri (a volte il problema più grande con «il mondo» è che pensiamo che ruoti attorno agli Stati Uniti). Scegli un’area dalla tua lista e fai un cambiamento attivamente per portare beneficio a chi ti circonda.
CONSULTA
- E.G. White, Consigli sull’economato cristiano, capitolo 43.
- NAD Stewardship Department, Faith and Finance.
LEZIONI PER GIOVANI (18-35 ANNI)
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