Guida allo studio personale della Bibbia e alla condivisione in gruppo per ragazzi di 18-35 anni.
SdS CQ (College Quarterly) Secondo Trimestre 2019 – 08
Lezione 8
18 – 24 maggio
La stagione della genitorialità
«Ecco, i figli sono un dono che viene dal Signore; il frutto del grembo materno è un premio».
(Salmi 127:3)
Sabato
INTRODUZIONE
Ti sto guardando!
di Karen Plaatjes, Barrowby, Lincolnshire, Regno Unito
1 Corinzi 11:1
Sono la madre di due bambine adorabili: Isla, 11 anni, e Amity, 8 anni. La maggior parte del tempo sono una persona normale e razionale che va avanti con la vita e fa quello che deve fare senza troppe cerimonie. Occasionalmente, però, ho brevi momenti in cui mi rendo conto della straordinaria responsabilità del ruolo di genitore. Mi fermo e penso a questa posizione straordinaria in cui mi trovo. Se ci penso troppo, è schiacciante! Guardare l’enormità del mio compito è motivo di riflessione, e mi ricorda quanto sia essenziale crescere i propri figli con amore e intento.
Recentemente, ho perso la pazienza con Isla perché la sua camera era nel caos più totale. Mentre la sgridavo per essere così disordinata e disorganizzata, Dio ha parlato al mio cuore e mi ha ricordato del disordine nella mia camera e in un’altra stanza dove avevo lasciato che libri e giornali si accumulassero. Egli mi ha lanciato la sfida di non aspettarmi dalle mie figlie più di quanto mi aspetto da me stessa. Mi sono scusata con Isla e mentre parlavamo, ho avuto un’illuminazione: iniziamo come figli che imitano i propri genitori, poi potremmo diventare genitori che sono imitati dai propri figli. Infine, potremmo diventare nonni imitati dai propri figli e nipoti. In ogni stadio della vita, Dio ci dà degli specchietti per mostrarci aree in cui dobbiamo crescere, cambiare e riflettere meglio il suo amore.
In che modo Gesù insegnava ai suoi discepoli? Che approccio aveva? Come posso tradurre ciò nel mio ruolo genitoriale e nelle relazioni della famiglia?
Gesù non sgridava i discepoli, non li condannava, non gridava né li rinnegava. Insegnava loro la verità gentilmente. Dava l’esempio di grazia in azione e raccontava storie per aiutarli a capire l’intensità dell’amore di Dio. Soprattutto, viveva semplicemente con loro. Dio mi suggerisce di avere più pazienza, più tempo, più storie, più istruzioni e più amore per le mie figlie. Le mie figlie mi stanno guardando, e imparano ciò che per me è importante e cosa è davvero prezioso per il mio cuore. Prego che si sentano apprezzate e amate mentre cerco di dar loro un’idea dell’amore straordinario e incommensurabile che Dio ha per loro. Prego che trovino lo scopo che Dio ha dato loro mentre le preparo per essere tutto ciò che sono nate per essere. Prego che vedano Gesù riflesso in me.
Chi ti sta guardando? Anche se non hai figli tuoi, ci sono persone che ti stanno guardando. Puoi incoraggiare, sollevare e attirare persone verso Gesù. La tua vita cosa sta dicendo agli altri di Dio? Come puoi vivere più consciamente in modo da poter mostrare loro quanto paziente, amorevole e gentile Dio è davvero?
Domenica
EVIDENZA
Avere figli?
di Heather Crews, Richmond, Virginia, USA
Genesi 18:11; 30:1; 1 Samuele 1:1–8; Luca 1:7
Dalla nascita ai primi passi, alle scuole medie, al diploma, al matrimonio, alla nascita dei propri figli… questo sembra lo scorrere naturale delle cose, come dovrebbe essere. Dio ha detto, «Siate fecondi e moltiplicatevi» (Genesi 1:28). Ma cosa fare con i tempi di attesa? Per molti, la domanda «Vuoi avere figli?» ha come risposta un sonoro «Sì!» Ma poi il figlio non viene.
Leggendo i versetti della lezione di oggi, scrivi a margine le parole che descrivono lo stato emotivo di cui parlano. Anche se il tono è oscuro, c’è anche un barlume di speranza. Leggi il contesto che circonda ogni versetto. I personaggi si rivolgono a Dio con le loro domande. Non significa che la tensione passi o che una nascita desiderata venga soddisfatta con piacere. Ogni cuore trova una scintilla di fede che spinge a rivolgersi a Dio anche prima di ricevere delle risposte.
La tentazione diventa troppo grande, quindi giriamo pagina. Nelle storie di Sara, Rachele, Anna ed Elisabetta abbiamo bisogno del capitolo successivo. Come Sara chiamò suo figlio Isacco (Genesi 21:6), un nome che significa risata, lei ride come solo una persona anziana può fare, una persona anziana che riceve un miracolo assurdo che le dà ciò che il suo cuore desidera.
Se leggi abbastanza, ognuna delle donne ha una storia simile da raccontare. Ma non passarci sopra. Ci sono ancora i momenti di attesa, la vita di tensione che deve essere vissuta. Sara deve aspettare finché è anziana e ha i capelli bianchi. Rachele prega tanto e intensamente, e infine partorisce non uno, ma due figli, e non vedrà crescere nessuno dei due. Anna dà al tempio per il servizio di Dio il figlio per cui aveva pregato. Il figlio di Elisabetta va a predicare nel deserto. Il figlio della preghiera cambia per sempre la vita di chi non ha figli in una vita di genitori. (Eppure, come madre, sospetto che queste donne non avrebbero scelto diversamente). Vivere nella tensione, sapendo pienamente che Dio è lì, riaccende la fiamma della speranza.
Rispondi
- Come si può vivere nella tensione genitoriale senza avere figli propri? Come può una persona in questa fase della vita scegliere di impegnarsi e aiutare altri bambini?
- Disegna un’immagine che illustra una speranza che non si è ancora realizzata nella tua vita. Cosa puoi imparare da queste donne e dalla loro vita senza figli?
Lunedì
LOGOS
Natura, crescita e lo Spirito
di Tompaul Wheeler, Nashville, Tennessee, USA
Genesi 18:18, 19; 1 Samuele 3:10–14; Salmi 127; Proverbi 22:6
Diventare un genitore può portare grande gioia e terrore puro.
Il peso della responsabilità di una giovane vita indifesa può perseguitare chiunque. La fragilità, ingenuità e fiducia di un bambino può sembrare stupefacente e schiacciante. E se faccio cadere il bambino? E se la mia impazienza di oggi porta a problemi fra dieci anni? E se distolgo lo sguardo nel momento sbagliato?
I genitori del regno animale non sembrano soffrire di preoccupazioni o esitazioni del genere. I genitori animali agiscono per istinto, a volte facendo scelte brutali per garantire la sopravvivenza. Spesso agiscono freddamente per garantire che la loro prole sopravviva e cresca per allevare la generazione successiva.
Genitorialità naturale? (Genesi 18:18, 19; 1 Samuele 3:10–14)
Il profeta Geremia osservò, «Anche la cicogna conosce nel cielo le sue stagioni; la tortora, la rondine e la gru osservano il tempo quando debbono venire, ma il mio popolo non conosce quel che il Signore ha ordinato» (Geremia 8:7). Anche se Geremia si stava rivolgendo alla distanza del popolo da Dio, le sue parole ci ricordano che il peccato ha rubato ciò che dovrebbe venire naturalmente: la nostra predisposizione a crescere i figli. Dio ci ha creato a sua immagine, ma tendiamo a crescere i nostri figli a nostra immagine.
I figli possono far emergere il peggio di noi. Vale a dire che, senza lo Spirito Santo, crescere dei figli potrebbe rivelare più pienamente quanto siamo davvero mancanti. Essere genitori può essere uno dei catalizzatori maggiori nella vita per la crescita spirituale ed emotiva. I bambini possono smuovere i nostri sentimenti più teneri e altruistici. Possono insegnarci come Dio ci vede, amandoci nonostante la nostra fragilità, debolezza ed egocentrismo. Quando cerchiamo di fare squadra con Dio nel crescere i nostri figli, questo potrebbe modellare il nostro carattere rendendolo più simile a lui. Con Dio che agisce in noi, essere genitori può renderci più pazienti, più amorevoli e più altruisti.
La Bibbia è un manuale sul ruolo genitoriale con consigli sparsi, fornendo principi generici che si possono applicare a situazioni diverse. Racconta anche storie di come le scelte personali hanno avuto un impatto generazione dopo generazione.
Abraamo aveva un figlio preferito, Isacco. Isacco aveva un figlio preferito, Esaù, e sua moglie Rebecca aveva un figlio preferito, Giacobbe. Giacobbe aveva un figlio preferito, Giuseppe. Abraamo mentì su sua moglie. Isacco mentì su sua moglie. Giacobbe mentì a Isacco sulla sua identità. Il suocero di Giacobbe, Labano, gli mentì sull’identità di sua moglie. I figli di Giacobbe gli mentirono su quello che era successo a Giuseppe, loro fratello. In ogni generazione, le cattive scelte di ogni genitore portarono conflitto e dolore. Solo attraverso la confessione e la riconciliazione, queste scelte importantissime potevano iniziare a cambiare.
Lezioni di vita (Proverbi 22:6)
Una delle regole più importanti nello scrivere è «mostra, non raccontare». Ciò che rende una narrazione efficace rende anche efficace il ruolo genitoriale. Come dice un detto popolare, «Non dirmi cosa credi; fammi vedere cosa fai e saprò cosa credi». I bambini imparano più da come viviamo che da cosa diciamo. Detto in un altro modo, i nostri valori sono meglio «catturati» che «insegnati». Possiamo dire ai nostri figli quello che vogliamo, ma assorbiranno molto più dalle nostre azioni che dalla nostra retorica.
Re Davide uccise un uomo per nascondere i suoi peccati di adulterio e omicidio. Successivamente, i figli di Davide commisero stupro e omicidio, e cercarono di rubare il suo trono. E anche se Salomone, figlio di Davide, restò alla larga dalla vendetta e la violenza che avevano definito la vita e il regno di Davide, portò avanti l’eredità di Davide di matrimoni multipli, e questo lo allontanò da Dio. Nei quattrocento anni successivi, i re di Giuda vacillarono tra fedeltà e idolatria.
Essere genitori è spaventoso. Anche le persone che camminavano con Dio, come Abraamo e Sara, Isacco e Giacobbe, e Anna ed Elcana faticarono a onorare Dio come genitori. Non c’è una formula magica per crescere i propri figli.
Amore. Pazienza. Tempo. Partecipazione. Elogi. Correzione. Fede. Oggi discutiamo dell’equilibrio tra questi elementi, ma tutti riconosciamo che sono essenziali. Dovremmo anche riconoscere che ciò che trasmettiamo ai nostri figli potrebbe non essere necessariamente ciò che speravamo o intendevamo.
Turbamento silenzioso (Proverbi 3:5, 6; Isaia 43:1, 2; Geremia 29:11; 31:25; 32:27; Matteo 11:28)
Il ruolo genitoriale non offre garanzie. Potremmo non avere mai l’opportunità di avere figli. Potremmo sopportare una serie di aborti spontanei o perdere un figlio per un incidente o una malattia. I nostri figli potrebbero spezzarci il cuore con le loro scelte e azioni.
In circostanze simili, il nostro Padre celeste potrebbe essere il nostro unico conforto e sostegno. Colui che «è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà» (Salmi 46:1) non ci abbandonerà nel nostro momento di maggior bisogno. Il Dio che è amore (1 Giovanni 4:8) è sempre presente. Egli «non ti lascerà e non ti abbandonerà» (Deuteronomio 31:6).
Rispondi
- Quanto del ruolo genitoriale pensi sia istintivo? Qual è la parte più difficile? Perché le persone danno tanto valore al ruolo genitoriale nonostante lo stress che aggiunge alla nostra vita?
- Come possiamo reagire all’impatto persistente della nostra programmazione inconscia, delle generazioni di scelte sbagliate?
- Cosa cambieresti della tua infanzia se potessi?
- Perché Dio affida il ruolo genitoriale a esseri umani mancanti?
Martedì
TESTIMONIANZA
Le grandi querce crescono da piccole ghiande
di Christina Rasmussen, Laurel, Maryland, USA
Salmi 1:1–3
«La vita di Gesù offre un esempio dell’importanza e delle opportunità della vita familiare. Colui che è venuto dal cielo per essere il nostro esempio e il nostro maestro è stato per trent’anni membro di una famiglia di Nazaret. . . Visse come uno di noi, partecipando alla vita familiare, sottoponendosi alla disciplina, compiendo i propri doveri e assumendo le proprie responsabilità. Membro di una famiglia semplice, condividendo le esperienze della natura umana “…cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2:52).
In quegli anni di vita in famiglia manifestò simpatia e solidarietà. Il suo spirito di sacrificio, la sua paziente tolleranza, il suo coraggio, la sua onestà, la sua resistenza alle tentazioni, la sua costante serenità e la sua allegria erano fonte di ispirazione. . . Fin da bambino aiutò gli altri e per questo quando iniziò la sua opera molti lo ascoltavano con piacere.
I primi anni del Salvatore offrono un esempio ai giovani e costituiscono fonte di incoraggiamento per ogni genitore. La famiglia e i vicini sono il primo luogo d’azione per tutti coloro che vogliono impegnarsi in favore del prossimo. Nessuna sfera d’azione è più importante di quella che è affidata a coloro che hanno fondato e curano la famiglia. Tra le responsabilità che spettano agli uomini, non ve ne sono altre che implichino conseguenze più estese e fondamentali di quelle che hanno i genitori».[1]
«Le nostre case dovrebbero rappresentare un luogo di rifugio per la gioventù esposta alle tentazioni. Molti giovani si trovano davanti a un bivio. Ogni influsso, ogni impressione ricevuta determinano scelte che condizionano il loro destino presente e futuro. . .
Questi giovani hanno bisogno che si tenda loro una mano con simpatia. Parole amabili espresse con semplicità e piccole attenzioni dissiperanno la tentazione che li assale. . . Se volessimo manifestare interesse per i nostri giovani, invitandoli nelle nostre case e circondandoli di conforto e affetto, molti ragazzi e ragazze intraprenderebbero con gioia il sentiero che conduce verso il cielo».[2]
Rispondi
- Leggi Matteo 13:53–58. Pensi che aver iniziato la vita sulla terra come un bambino invece che come adulto abbia aiutato o ostacolato il ministero di Gesù?
- Chi, a parte i tuoi genitori, ha influenzato maggiormente il tuo sviluppo spirituale e come?
- Come si impara a essere un bravo genitore se la propria famiglia di origine era negligente o violenta?
[1] Ellen G. White, La via della guarigione, p.272-273
[2] Ibid., p.275-276
Mercoledì
COME FARE
Affrontare i giganti
di Johanna Bjork, Lewiston, Idaho, USA
Giosuè 1:9; 1 Samuele 17:4; 1 Corinzi 16:13
Due bambini nacquero a secoli di distanza. Irena Krzyżanowska (Sendler) il 15 febbraio 1910, e Davide, nato intorno al 1040 A.C. Entrambi avrebbero avuto un impatto sul loro mondo.
Nel 1943 il ghetto di Varsavia oppose resistenza ai nazisti, e il Brigadeführer delle SS Jürgen Stroop ordinò l’uccisione di tutti quelli che restavano. Morirono tredicimila ebrei. Un anno prima, Irena Sendler, un’assistente sociale polacca, aveva ottenuto l’accesso al ghetto di Varsavia, che era controllato dai nazisti. L’obiettivo di Irena era di fornire assistenza agli ebrei segregati. All’insaputa dei nazisti, Irena era un membro attivo della Zegota, un’organizzazione segreta del governo polacco creata per far uscire i bambini dal paese sotto l’egida del ministero della sanità di Varsavia. Irena affrontò il minaccioso gigante del partito nazista e del loro tentativo di sterminare gli ebrei.
Quasi tremila anni prima, un pastore che stava portando cibo ai suoi fratelli uscì per affrontare «Goliat, di Gat, alto sei cubiti e un palmo» (1 Samuele 17:4). Un uomo gigante, Goliat derideva l’esercito israelita. Il pastore certo non era una minaccia alle sue conoscenze di guerra e massacri.
Come stiamo preparando i nostri figli ad affrontare i «giganti» del loro mondo? Irena affrontò il partito nazista, un gigante di morte e distruzione, mentre Davide affrontò il temibile guerriero filisteo. Irena e Davide pensarono oltre loro stessi. Irena fu arrestata e quasi giustiziata. Davide poteva essere ucciso dalla spada di Goliat davanti alla sua famiglia, Saul e l’esercito israelita. «Vegliate, state fermi nella fede, comportatevi virilmente, fortificatevi» (1 Corinzi 16:13).
L’impatto dei nostri figli su questo mondo non deve per forza essere grande. A volte un piccolo incarico è tutto ciò che serve. Irena aiutò a salvare 2.500 bambini portandoli fuori dal getto di Varsavia. Davide abbatté un avversario enorme con una pietra. Anche se l’opera di Irena sembra una grande impresa ora, era un piccolo avvenimento quotidiano. Una piccola pietra fece cadere Goliat. Uno per volta, un bambino nascosto in una valigia o sotto una barella in un’ambulanza fuggiva dal ghetto.
«Sii forte e coraggioso; non ti spaventare e non ti sgomentare, perché il Signore, il tuo Dio, sarà con te dovunque andrai» (Giosuè 1:9).
Rispondi
Come stiamo allevando i nostri figli a pensare oltre al loro mondo piccolo, a cercare modi per rendere questa terra un posto migliore e affrontare i giganti del loro futuro fino al ritorno di Cristo?
Giovedì
OPINIONE
Non ci sono bravi genitori
di Kim Peckham, Lincoln, Nebraska, USA
Salmo 127
Ti sei mai lamentato dei tuoi genitori? Certo che l’hai fatto. Lo fanno tutti. Questo perché i genitori ci danno motivi per lamentarci. Ogni madre o padre fa degli errori.
Non c’è da stupirsi. Nessuno controlla le qualifiche di un uomo e una donna prima che diventino genitori. Non è richiesta una formazione. Oggi è richiesta una patente per guidare, un patentino persino per pescare o per andare a funghi ma non per diventare genitori.
Ricordiamoci che i genitori non sono solo disinformati, sono spezzati dal peccato; con la loro rabbia, le loro dipendenze, le loro ambizioni distorte, potrebbero danneggiare i loro figli, e spesso ne sono consapevoli.
Potresti chiederti perché Dio permetta a un gruppo di creature ignoranti e corrotte di riprodursi. Perché non limita la fertilità ai migliori? La risposta probabilmente è collegata a quella riguardante l’antica domanda sul perché Dio non abbia immediatamente distrutto il peccato. Il rispetto della nostra libertà di scelta. È così che, in questo mondo che ha scelto di fare a modo suo, siamo liberi di procreare. Questo atto creativo incombe come una responsabilità sconvolgente, ma non sarebbe una vera responsabilità se non fossimo liberi di sbagliare.
Per fortuna, non tutti i genitori fanno un completo disastro nel loro compito. Attraverso la grazia, Dio ha messo abbastanza amore nel loro cuore per compensare la loro ignoranza e impazienza. Avvalendosi di quei doni, molti uomini e donne diventano genitori decenti. Non sono perfetti, ma le loro buone intenzioni superano i loro momenti brutti.
Se ci pensiamo bene, chi di noi è un buon genitore? Nessuno è buono. Come disse Gesù al giovane ricco: «Uno solo è il buono» (Matteo 19:17). Alcuni conosceranno giudizio e rimpianti. E altri, attraverso una combinazione di pentimento e grazia, vedranno il ruolo genitoriale come una grande gioia.
Rispondi
- Quali errori dei tuoi genitori sono più facili da perdonare? Quali errori sono difficili da perdonare?
- Cosa pensi faccia la differenza più grande tra un genitore che fallisce nella sua responsabilità e uno che fa bene?
- Quali errori sono più facili da fare per i genitori nell’epoca moderna? Quali errori sono meno comuni rispetto alle generazioni precedenti?
Venerdì
ESPLORAZIONE
Gioia
di Lisa Hermann, Nashville, Tennessee, USA
Salmo 127
CONCLUSIONE
L’attesa è stata lunghissima. Solo quando l’ho tenuto in braccio per la prima volta ho capito il significato di quando Dio dice che si compiace di noi (Salmi 147:11). Da quando mio figlio è entrato nella nostra famiglia tramite adozione, lo chiamo «gioia della mamma». Solo una volta diventata genitore ho capito l’amore, la gioia, la frustrazione e l’ansia di Dio e ho capito il vero dono del libero arbitrio, e quanto sia un dono doloroso. Fare la madre dei miei figli biologici e adottati mi ha fatto crescere, e ho ottenuto una comprensione di me stessa, del mio matrimonio e della mia famiglia maggiore di quanto pensavo possibile.
PROVA A
– Meditare sul Salmo 127 e sul suo significato, quello che poteva avere quando fu scritto e quello che ha oggi.
– Scrivere una lettera alle persone che ti hanno cresciuto, riflettendo su come ti hanno modellato, rendendoti chi sei oggi.
– Fare uno schizzo o un grafico per rappresentare come Dio si è preso cura di te.
– Creare un gioco da tavolo sulle sfide della vita familiare.
– Intervistare un genitore o un nonno su ciò che hanno imparato con l’esperienza.
– Mettere a confronto stili genitoriali diversi che hai visto o vissuto e come formano il carattere.
– Interpretare come potresti rispondere a un problema nella tua famiglia.
– Riflettere sui ricordi che hanno costruito legami tra te e la tua famiglia.
CONSULTA
Deuteronomio 6:6–9; Giosuè 4:20–24; Proverbi 3; Lamentazioni 3:22, 23; Matteo 6:28–34.
Ellen G. White, La famiglia cristiana, cap. 23, «I figli sono una benedizione».
Il nocciolo della questione, su https://uicca.it/sds-201902/#il-nocciolo, lezione 8.
Donna Habenicht, How to Help Your Child Really Love Jesus.
LEZIONI PER GIOVANI (18-35 ANNI)
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